In seguito alla pubblicazione di un rapporto di una coalizione di sindacati sulle pratiche fiscali di McDonald’s, i deputati del gruppo S&D hanno ribadito la loro richiesta di una riforma fiscale urgente per le multinazionali in Europa.

In una dichiarazione congiunta, il vicepresidente del gruppo S&D Jeppe Kofod, della portavoce per gli affari economici e monetari Pervenche Berès e del portavoce della commissione speciale del Parlamento in materia fiscale Peter Simon dichiarano:

“Nel 2015 è stato scoperto che McDonald’s ha evitato di pagare oltre un miliardo di euro di tasse in Europa: una vera e propria evasione fiscale su larga scala. Nel frattempo, la Commissione ha aperto un indagini per presunti aiuti di Stato di cui stiamo ancora aspettando  l’esito. Il rapporto pubblicato oggi dimostra che da allora, piuttosto che rimettersi sulla retta via, la multinazionale si è impegnata in una pianificazione finanziaria sempre più articolata.

“Accogliamo con favore l'incredibile sostegno da parte dei sindacati nella lotta alle scappatoie legali che McDonald's sta usando a scapito dei lavoratori e dei contribuenti. Usando una rete di società intermedie, la multinazionale ha spostato i suoi profitti in giurisdizioni a bassa tassazione con ancora meno trasparenza. I rappresentanti di McDonald's devono venire al Parlamento europeo e spiegare queste pratiche alla commissione speciale del Parlamento in materia fiscale.

“Questo è ancora un altro esempio di una grande multinazionale che fa tutto il possibile per non pagare la sua giusta quota di tasse e dimostra perché sia essenziale avere rendicontazioni pubbliche sulle attività finanziarie delle società per ciascun paese in cui operano. E’ solo con un sistema trasparente che possiamo garantire che le società paghino le tasse laddove vengono realizzati i loro profitti. Siamo stati in prima linea nella lotta per la rendicontazione pubblica paese per paese al Parlamento europeo, ma questa proposta è adesso bloccata dai governi nazionali. Tutto cio’ deve finire. Non possiamo più attendere, serve una vera giustizia fiscale in Europa”.