Oggi la commissione occupazione e affari sociali, e la commissione sui diritti della Donna e la parità di genere del Parlamento europeo hanno votato sul mandato negoziale e la posizione dell’Assemblea riguardo la nuova legge sulla trasparenza degli stipendi, un primo passo necessario per porre fine alle discriminazioni tra uomini e donne. Il divario rimane ancora molto ampio: di media le donne nell’Ue guadagnano il 14,1% in meno su posizioni assimilabili.

La nuova legge proposta dalla Commissione europea l’anno scorso, che raccoglieva le sollecitazioni del Gruppo S&D, consentirà la trasparenza retributiva per le imprese: i lavoratori avranno diritto di ricevere informazioni sulla retribuzione, mentre agli addetti alla selezione del personale sarà proibito chiedere ai candidati il proprio stipendio attuale per evitare il perpetuarsi di schemi discriminatori in termini di genere.

Per i Socialisti e Democratici è fondamentale che le nuove regole si applichino a tutti i datori di lavoro e tutti i lavoratori. Mentre gli altri gruppi politici insistevano su limitare le regole d’informativa obbligatoria solo alle imprese con almeno cinquanta lavoratori – anteponendo la protezione delle imprese alla protezione dei lavoratori – S&D ha sviluppato altri strumenti che si applicassero a tutte le imprese.

Il Gruppo S&D ha elaborato un mandato negoziale che contiene solide previsioni per i rappresentanti dei lavoratori, il rafforzamento del dialogo sociale e la contrattazione collettiva, e un linguaggio neutrale in termini di genere affinché la direttiva sia applicabile a tutti i lavoratori nella loro diversità. Infine, per combattere le basse retribuzioni nei settori ad alta presenza femminile, S&D ha insistito su disposizioni che consentano confronti transettoriali e la raccolta di maggior quantità di dati.

Evelyn Regner, eurodeputata e negoziatrice S&D sulla trasparenza retributiva nella commissione sui diritti della Donna e la parità di genere, ha commentato:

“Il nostro scopo era assicurarci che finalmente il divario retributivo fosse colmato e questa incombenza non fosse scaricata sui lavoratori – soprattutto donne – costretti a rivolgersi ai tribunali, ma che fosse un obbligo e un impegno delle imprese e degli stati membri. Ci siamo battuti per cambiamenti culturali come la possibilità per i lavoratori di parlare liberamente della propria retribuzione e ricevere informazioni sui livelli retributivi, e abbiamo creato incentivi per le imprese che si allineino alle nuove regole. La trasparenza è un punto chiave nella lotta per l’uguaglianza di genere e grazie al rafforzamento degli organi di monitoraggio e la raccolta dei dati, ci stiamo avvicinando all’uguaglianza retributiva a parità di mansione per tutti”.

Marc Angel, eurodeputato e negoziatore S&D in commissione occupazione e affari sociali, ha aggiunto:

“L’accordo raggiunto oggi migliorerà la proposta della Commissione che rischiava di escludere circa il 67% dei lavoratori nell’Ue dalla portata della Direttiva. L’accordo del Parlamento farà in modo che la Direttiva si applichi a tutti i lavoratori nella loro diversità. Porterà maggior trasparenza sia nelle imprese pubbliche, sia nelle imprese private, imporrà sanzioni per la non osservanza e risarcirà le persone danneggiate. Le imprese saranno obbligate a informare sui divari retributivi al proprio interno e intervenire sugli squilibri. I partner sociali ricopriranno una posizione centrale in questo processo rafforzando il proprio ruolo nel contrastare le disuguaglianze sul posto di lavoro. La trasparenza retributiva restituirà progressi rapidi nell’uguaglianza di genere e, nel complesso, rappresenterà uno strumento cruciale per eliminare il divario retributivo in Europa. È giunto il momento di dare una svolta e ora l’iniziativa spetta al Consiglio”.

Note:

Il Parlamento comincerà i negoziati sulla trasparenza retributiva con il Consiglio subito dopo il voto in plenaria, auspicabilmente in aprile.

 

Eurodeputati coinvolti
Membro
Lussemburgo
Membro
Austria
Contatto/i stampa S&D