In una relazione votata oggi dalla commissione occupazione dell’Europarlamento, I Socialisti e Democratici hanno inserito una forte richiesta alla Commissione europea affinché elabori una proposta per proteggere i lavoratori delle piattaforme. L’obiettivo è migliorare le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori delle piattaforme digitali, compresi quelli realmente considerabili lavoratori autonomi. Attualmente, i lavoratori delle piattaforme non sono coperti da uno strumento legale Ue, e ciò significa lasciarli nell’incertezza legale. Dato che i lavoratori delle piattaforme sono spesso classificati come autonomi, non godono di protezione in tempi di crisi, si assumono tutti i rischi e pagano tutti i materiali e gli strumenti per lavorare.

I Socialisti e Democratici ritengono che i lavoratori delle piattaforme abbiano il diritto di veder riconsiderata la loro posizione di lavoratori autonomi e di essere classificati come lavoratori subordinati, quali realmente sono, con tutto ciò che comporta in termini di retribuzioni, tasse, protezione sociale, salute e sicurezza sul lavoro, diritto di adesione a un sindacato e alla contrattazione collettiva. Se le società delle piattaforme non sono d’accordo, sta a loro l’onere di provare che non esiste un rapporto di lavoro subordinato tra loro e i lavoratori.

Elisabetta Gualmini, eurodeputata S&D e negoziatrice, ha dichiarato:

“È cosi facile: sfiori il telefonino e puoi ricevere del cibo sulla soglia di casa, un’auto che ti porti dove desideri o una persona che venga a pulire e rassettare la tua abitazione, ma per questa comodità vi sono persone che stanno pagando un prezzo molto alto. I conducenti di Uber, gli addetti alle pulizie di Helpling o i biker di Deliveroo, non hanno diritto a una giusta retribuzione garantita, alla protezione sociale o a congedi retribuiti. L’idea di lavoro autonomo che gli hanno proposto è un falso che lascia questi lavoratori contemporanei senza alcuna certezza di reddito. Alcune delle compagnie più ricche del pianeta scaricano totalmente il rischio d’impresa sui lavoratori e i contribuenti. Se i conducenti di Uber non trovano clienti, dovranno sempre e comunque pagare la benzina. Se i biker di Deliveroo hanno un incidente durante il lavoro non hanno diritto all’infortunio sul lavoro. A questo si aggiunga che le compagnie “tradizionali”, che garantiscono ai propri lavoratori pieni diritti, protezione sociale e retribuzioni dignitose, subiscono la concorrenza sleale delle piattaforme e delle loro pratiche di dumping sociale.

“Noi quindi chiediamo alla Commissione europea di presentare una proposta legislativa per una miglior protezione dei lavoratori delle piattaforme entro la fine di quest’anno”.

Agnes Jongerius, eurodeputata S&D e portavoce su occupazione e affari sociali, ha commentato:

“Per cambiare le regole del gioco della gig economy, tutti i lavoratori delle piattaforme devono essere considerati lavoratori subordinati in linea di principio. Il nostro obiettivo è rovesciare l’onere della prova a carico della piattaforma; va dato per scontato un rapporto di lavoro subordinato tra piattaforma e lavoratore, che preveda tutti i diritti tipici dei lavoratori. Il nostro obiettivo sono condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori delle piattaforme, compresi coloro che sono realmente autonomi, e vogliamo contrastare il mascheramento del lavoro subordinato da lavoro autonomo, per scaricare sul lavoratore tutti gli oneri e i rischi. Sono orgogliosa che il nostro Gruppo sia riuscito a inserire questo punto chiave nella relazione, che ora porta una chiara impronta S&D.

“È tempo di rafforzare i diritti dei lavoratori nell’era digitale. Se non compiamo passi importanti per proteggere alcune delle persone più vulnerabili dell’economia di oggi, rischiamo una diffusione sempre più estesa della precarietà domani”.

 

Note:

I lavoratori delle piattaforme usano un’applicazione, come nel caso di Uber ad esempio, o un sito web, come Amazon Turk o Helpling, per offrire servizi ai clienti dietro un pagamento in denaro. Il lavoro su queste piattaforme, attualmente, è presentato da molte società come una forma di lavoro autonomo. Le condizioni dei lavoratori e i diritti dei lavoratori delle piattaforme non sono regolamentati dalle attuali normative sul lavoro, il che lascia i lavoratori delle piattaforme del tutto scoperti, senza protezione rispetto ai lavoratori offline, e crea concorrenza sleale tra la gig economy e le imprese tradizionali.

L’approvazione del Parlamento europeo della relazione dal titolo Migliori condizioni di lavoro, diritti e protezione sociale per i lavoratori delle piattaforme – nuove forme di occupazione nello sviluppo digitale, è attesa in occasione della sessione plenaria di settembre o ottobre di quest’anno.

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