In presenza del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, i Socialisti e Democratici oggi si sono schierati fermamente a fianco dei cittadini polacchi, che ad ampia maggioranza desiderano rimanere nella famiglia Ue. Il Gruppo S&D chiede sanzioni e di congelare i fondi per la ripresa per la Polonia, un atto dovuto per tentare di tenere o riportare la Polonia all’interno dell’ordine giuridico dell’Unione e di sostenere i democratici polacchi, che chiedono maggiori pressioni sul governo PiS. Lo scopo è anche inviare un messaggio chiaro e deterrente ad altri Paesi, per evitare che seguano il cattivo esempio del PiS, che pone in discussione la supremazia del diritto Ue.

In plenaria la leader del Gruppo S&D Iratxe García ha dichiarato:

“La sentenza della Corte Costituzionale ha aperto una crisi senza precedenti. Sono desolata per i milioni di polacchi che vogliono essere parte dell’Unione europea, che si sentono membri di questa famiglia e che ora vedono il loro futuro incerto. Il mio gruppo politico esclude una “Polexit”, ma quando qualcuno minaccia di non rispettare le regole di fatto si pone alla porta da solo.

“Il governo a guida PiS non capisce cosa sia l’Unione. L’Ue è un progetto e un’organizzazione seria, fondata sulla certezza del diritto. Contrariamente a quanto avviene nelle dittature o nelle monarchie assolute, nell’Unione europea vige il diritto. È uguale per tutti e garantisce pace, proprio perché giusto, prevedibile e perché è sostenuto e rispettato.

“Settant’anni fa i fondatori dell’Ue capirono che in un mondo interdipendente il modo migliore per esercitare la sovranità in alcune aree era condividerla, perché insieme si possono risolvere meglio i problemi.

“Per condividere questa sovranità vi sono dei principi di base: la separazione dei poteri, l’indipendenza della magistratura e il rispetto della libertà di stampa ed espressione. Mi sembra che il problema risieda proprio qui, che i governi come quello polacco abbiano imboccata una strada di regresso e autoritarismo. Il loro problema non è con l’ordine giuridico dell’Unione europea, ma bensì con i principi della democrazia e dello Stato di diritto, e questo è persino più preoccupante. I voti non legittimano a distruggere la democrazia.

“La Commissione è obbligata ad agire impiegando tutti i poteri e gli strumenti di cui dispone per garantire che questi principi dell’Unione siano rispettati. Se si accetta che un Paese esca da questa cornice la fiducia andrà persa e da Paesi partner e fratelli diventeremo concorrenti.

“La Polonia non è il PiS, così come l’Ungheria non è Orbán e la Slovenia non è Janša. I cittadini di questi Paesi, che soffrono di una deriva autoritaria dei propri governi, hanno fiducia nell’Unione. Pochi giorni fa ero a Varsavia e ho sentito tutto l’affetto e la fiducia che le persone ripongono nell’Unione europea. Noi non vi deluderemo. Noi saremo la vostra voce. Non vi lasceremo soli”.

Note:

In seguito al dibattito, giovedì il Parlamento europeo adotterà una risoluzione sulla crisi dello Stato di diritto in Polonia. I Socialisti e Democratici vogliono che la Commissione attivi urgentemente il nuovo meccanismo di condizionalità e apra la procedura d’infrazione contro la Polonia per violazione dei trattati. Il Consiglio deve portare la procedura da articolo 7 al livello successivo, dare raccomandazioni concrete e imporre sanzioni nel caso non siano rispettate.

In queste circostanze né la Commissione europea, né il Consiglio possono approvare il piano di ripresa della Polonia. Non possono arretrare minimamente sulla promessa del governo PiS di riformare o abolire la Camera disciplinare della Corte Suprema polacca, ma non è sufficiente per ripristinare lo Stato di diritto in Polonia.

La Corte Costituzionale e il Consiglio nazionale della magistratura non possono più esistere nella loro forma attuale. La Polonia deve applicare le sentenze della Corte di giustizia europea e smettere di perseguitare i giudici indipendenti. Se i tribunali in Polonia non sono indipendenti, non ci può essere controllo sui fondi Ue.

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