A seguito dell’annuncio dell’accordo in Consiglio europeo, la leader S&D, Iratxe García, ha dichiarato:

“Il Consiglio europeo ha trovato un’intesa storica e ora il momento che la parola passi al Parlamento europeo. Per garantire responsabilità e trasparenza, il Parlamento europeo e il Consiglio devono essere posti sullo stesso piano, non solo quando si tratta di approvare il bilancio pluriennale, ma anche in materia di governance del Fondo per la ripresa.

“Siamo consapevoli della magnitudo del Fondo per la ripresa, dell’importanza e della novità dei passi compiuti dai governi nazionali nell’accettare l’emissione di debito comune. Lo strumento Next Generation EU sarà finanziato attraverso Eurobond e buona parte dei 750 miliardi di euro sarà erogata sotto forma di contributi a fondo perduto, pagati attraverso un nuovo pacchetto di risorse proprie. Noi Socialisti e Democratici abbiamo un nostro programma per irrobustire la disponibilità di risorse proprie dell’Unione e nei prossimi mesi lavoreremo per una sua adozione e implementazione, poiché lo riteniamo l’unica strada percorribile per pagare il Fondo per la ripresa rimanendo fedeli a un principio solidaristico e senza gravare ulteriormente sulle spalle dei cittadini e degli stati membri.

“Saremo molto attenti ed esigenti in materia di governance. Non accetteremo riforme strutturali imposte dagli stati membri. Questa volta porremo le persone prima e al centro di tutto, e ciò significa raggiungere un equilibrio fra la dimensione economica, sociale ed ecologica in tutte le nostre aree politiche, in linea con il Green New Deal. Non accetteremo nessun arretramento sulle condizionalità e sul rispetto dei principi democratici e dello Stato di Diritto. Tutti i regimi con pretese autoritarie dovranno prenderne atto e adeguarsi.

“Tuttavia, in merito al bilancio dei prossimi sette anni, noi riteniamo non sia sufficientemente lungimirante su alcune priorità, e non aderente all’ambizione politica espressa dal Green Deal europeo e dall’Agenda digitale. Non ha senso applicare tagli a programmi e politiche ad alto potenziale trasformativo come Horizon Europe, il Programma InvstEU, Development and Humanitarian Aid, Erasmus+ o Digital Europe. Sono queste le politiche di cui abbiamo bisogno per ricostruire il nostro ruolo e la nostra autorevolezza geopolitica, la nostra autonomia industriale e la coesione sociale”.

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