Oggi, durante una delle sessioni di voto tenutesi al Parlamento di Bruxelles, i liberali e i conservatori hanno svilito un emendamento proposto congiuntamente dai Socialisti e Democratici e i Verdi, con il quale s’intendeva introdurre misure concrete e vincolanti per ridurre e colmare il divario salariale uomo-donna. Le misure prevedono: l’individuazione di criteri chiari e oggettivi di valutazione del valore del lavoro; forme di rilevazione, valutazione e classificazione che non prendano in considerazione il sesso dei lavoratori e quindi neutre in termini di genere; audizioni obbligatorie sulle retribuzioni e dei report volti a garantire equità retributiva; la legittimazione dei lavoratori a richiedere e ottenere informazioni esaustive sulla retribuzione e il diritto a presentare ricorso; la definizione di obiettivi e standard di equità retributiva per le parti datoriali. Il voto di oggi dà seguito alla Strategia per l’uguaglianza di genere presentata dalla Commissaria Helena Dalli prima della Giornata internazionale della Donna in marzo.

 

Evelyn Regner, eurodeputata S&D e presidente della commissione per i diritti della Donna e l’uguaglianza di genere, ha commentato:

 

“Nonostante il principio della “pari retribuzione a parità di lavoro” sia da sempre contemplato dai trattati europei e la discriminazione di genere su qualsiasi voce della retribuzione sia vietata, ad oggi la paga oraria di una donna è del 16% inferiore a quella dei propri colleghi maschi. Per le donne in pensione la differenza si fa ancora più drammatica: si parla infatti di un 40% in meno. Questo divario affonda le proprie radici nel sessismo. Le donne sono pagate meno proprio e solo perché donne. Per raggiungere una vera uguaglianza ed equilibrio nelle retribuzioni, c’è la necessità di concepire una direttiva che promuova la trasparenza, irroghi delle sanzioni e risarcisca coloro che hanno subito trattamenti discriminatori in questo senso. Il Piano d’azione sul divario retributivo quest’anno dovrebbe anche essere aggiornato per fissare obiettivi chiari per gli stati membri.

 

“Noi supportiamo il Commissario Helena Dalli nel suo impegno per introdurre misure di trasparenza retributiva vincolanti nell’Ue. Ora siamo in attesa di vedere la sua Strategia per l’uguaglianza di genere che include le misure previste, che dovrebbe essere presentata entro il mese prossimo”.

 

Agnes Jongerius, eurodeputata S&D e portavoce sull’occupazione e gli affari sociali, ha aggiunto:

 

“Sono delusa nell’apprendere che i conservatori e i liberali non siano ancora pronti a colmare il divario salariale di genere attraverso l’introduzione di misure vincolanti. Che le donne oggi guadagnino ancora il 16% in meno per ogni ora lavorata dei loro colleghi maschi, mostra chiaramente che le belle parole non sono sufficienti. Ciò di cui le donne hanno bisogno ora sono azioni concrete: totale trasparenza delle retribuzioni nelle imprese pubbliche e private, sanzioni e multe per coloro che non rispettano le nuove misure.

 

“Ursula Von der Leyen ha promesso di colmare il divario durante il suo mandato e noi ci assicureremo che mantenga gli impegni. Purtroppo però, in questa sua battaglia non è appoggiata dal suo partito”.

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