S&D:“L'Ue deve avere un ruolo guida nel processo di pace in Medio Oriente”

Socialisti e Democratici europei hanno espresso soddisfazione per la risoluzione di oggi sul ruolo dell'Ue nel processo di pace in Medio Oriente. Il gruppo S&D sottolinea che è giunto il momento che l'Ue abbia un ruolo politico guida in questo processo.

Victor Boştinaru, eurodeputato e vicepresidente S&D per gli affari esteri, ha affermato:

“Chiediamo che siano ripresi credibili sforzi per la pace tra israeliani e palestinesi senza ulteriore ritardo. Supportiamo gli sforzi in atto nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, ma lanciamo un appello per un'iniziativa europea di pace qualora dovesse persistere lo stallo nel processo di pace.

“Ribadiamo il nostro fermo supporto e impegno per la soluzione dei due Stati, con lo Stato di Israele all'interno di confini sicuri e riconosciuti e uno Stato palestinese indipendente, sovrano, contiguo e vitale, che convivano in pace e sicurezza lungo i confini del 1967, con Gerusalemme capitale di entrambi gli Stati. Accogliamo con favore l'impegno personale dell'Alto rappresentante e vicepresidente Mogherini e del rappresentante speciale dell'Ue Gentilini, e sosteniamo con decisione i loro sforzi in questa direzione.

“Difendere la realizzabilità della soluzione dei due Stati dev'essere una priorità immediata per l'Ue e per la comunità internazionale. Incoraggiamo Mogherini a fare un uso efficace di tutti gli strumenti del'Ue esistenti, inclusi un sistema di incentivi che agisca su entrambe le parti. I fondi europei non possono essere utilizzati qualora dovvessero contribuire direttamente o indirettamente alla costruzione di insediamenti israeliani, che violano il diritto internazionale, o per le attività israeliane contrarie al diritto umanitario internazionale nel territorio palestinese occupato, e allo stesso modo non si possono utilizzare fondi europei diretti ai palestinesi che dovesserro direttamente o indirettamente finire nella mani di organizzazioni o attività terroristiche.

“I cittadini arabi di Israele hanno l'enorme potenzialità di svolgere un ruolo importante nel processo di pace, con la Lista Araba unita come importante attore nel Knesset. Il disegno diplomatico presentato di recente dal vicepresidente del Knesset, Hilik Bar, dovrebbe essere considerato un importante contributo per gli sforzi di pace.

“Ripetiamo il nostro appello all'unità palestinese, parte fondamentale del processo di pace, e ci rammarichiamo per i recenti passi indietro su questo terreno. Chiediamo la fine immediata del blocco e la ricostruzione e riabilitazione di Gaza, ma invitiamo anche l'Autorità palestinese ad assumere le funzioni di governo nella regione. Il lancio di missili da Gaza al territorio palestinese deve cessare immediatamente.

“Le crescenti violenze nell'intera regione sono fonte di nuove sfide alla sicurezza di Israele e aumentano ulteriormente le sofferenze dei palestinesi, ma creano anche interessi condivisi dagli Stati arabi e da Israele. L'accordo nucleare con l'Iran offre un momento unico per il processo di pace, che è bene non sprecare. Ogni soluzione duratura al conflitto tra Israele e Palestina può essere ottenuta solo in un contesto regionale, che coinvolga tutti i portatori di interessi regionali più rilevanti”.

Richard Howitt, coordinatore S&D per gli affari internazionali e presidente del gruppo di lavoro del Parlamento sul Medio Oriente, ha aggiunto:

“Ci sarà sempre chi dirà che non cambierà mai nulla in Medio Oriente. Ma questa è una risoluzione per la quale il nostro gruppo si è assunto la responsabilità di negoziare con tutti gli altri gruppi parlamentari, affermando che l'Europa può avere un ruolo importante per compiere progressi per la pace, la giustizia, la statualità.

“Vogliamo sottolineare in particolare l'impegno dei paesi arabi con il Quartetto per avanzare nell'iniziativa di pace araba, che manda un chiaro segnale al nuovo governo israeliano perché non si limiti ai bei discorsi sulla soluzione dei due Stati, e per dare maggior forza alla pressione europea per la riconciliazione sul versante palestinese.

“L'alternativa è il rischio di un'ulteriore spirale di violenza. Bisogna evitare una terza intifada”.