S&D: “Non devono esserci legami tra i negoziati di adesione tra Ue e Turchia e il piano d'azione sui rifugiati”

Dopo la discussione e il voto di oggi in commissione Affari esteri sulla relazione del 2015 sulla Turchia, l'eurodeputata S&D e relatrice del Parlamento europeo Kati Piri ha detto:

“Il Parlamento europeo è preoccupato per il rallentamento del processo di riforme in Turchia e per il fatto che in aree chiave, come la libertà di espressione e l'indipendenza del sistema giudiziario, vi sia stata una regressione molto preoccupante.

“Esprimiamo serie preoccupazioni per l'escalation della violenza nel sud-est della Turchia, per la quale quasi 400mila persone hanno lasciato le proprie case. Condannando con forza il ritorno alla violenza del PKK, il Parlamento lancia un appello perché si riprendano i negoziati sulla questione curda.

“Sulle migrazioni, vogliamo lodare la Turchia per il fardello che ha sopportato ospitando la più numerosa popolazione di rifugiati nel mondo. Pur sottolineando che la Turchia è un partner strategico chiave per l'Ue e che un dialogo politico più frequente e strutturato su questioni fondamentali sarebbe di reciproco interesse, riteniamo che i colloqui sulle migrazioni dovrebbero essere slegati dai negoziati di adesione”.

L'eurodeputato Richard Howitt, coordinatore del gruppo S&D per gli affari esteri e membro della commissione parlamentare congiunta Ue-Turchia, ha aggiunto:

“Il voto di oggi del Parlamento europeo esprime sostegno per una percorso che porti a un accesso all'area Schengen senza visti per la Turchia e all'apertura di nuovi capitoli negoziali per l'adesione all'Ue, senza che questo sia legato ai negoziati in corso sulla crisi dei rifugiati.

 “Allo stesso modo dimostra che ogni cooperazione sui rifugiati deve avere una propria giustificazione, e che l'Europa non può rimanere e non rimarrà in silenzio sulla regressione della democrazia e dei diritti umani in Turchia”.