Pittella su Nicolás Maduro: il troppo è troppo

A seguito degli ultimi sviluppi in Venezuela, il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella dichiara:

 

“Il fatto che le forze di sicurezza sparino sui cittadini è solo l’ultimo passo verso la crisi definitiva del sistema in Venezuela. Una crisi iniziata con il rifiuto di accettare la vittoria dell’opposizione e della maggioranza in Parlamento, proseguita con una serie di decisione che hanno mirato a colpire il funzionamento democratico delle istituzioni incluso l’uso delle corti militari contro i civili.

“La situazione è andata solo peggiorando. La detenzione arbitraria di rappresentanti dell’opposizione, un tentativo senza successo di mediazione che abbiamo sostenuto in nome della riconciliazione nazionale e per ultimo una società sull’orlo della guerra civile. E’ troppo, Maduro. Le sue colpe sono enormi e se, come si descrive, lei è un difensore dei più deboli, allora non puo’ insistere dicendo che si tratta tutto di un errore o di una mancata comprensione. Sbagliarsi è umano, perseverare è diabolico.

“Noi Socialisti e Democratci non chiuderemo gli occhi dinanzi al popolo del Venezuela che combatter per la propria sopravvivenza fisica e politica, dato che la situazione economica è disastrosa come quella politica. La deriva totalitaria del governo Maduro e la gestione fallimentare della crisi hanno causato il collasso del prezzo del petrolio e stanno distruggendo ogni progresso raggiunto dai precedenti governi in termini di benessere sociale.

“L’aumento repentino della mortalità infantile e materna, balzate rispettivamente sopra il 65% e il 30% in 2 anni, e la carenza di ogni tipo di cibo, farmaci e vaccini stanno colpendo ancora più duramente i più poveri. Il mio appello a nome della famiglia progressista è al presidente Maduro: la smetta. Il caos che ha causato sta portando allo sterminio della popolazione. Non puo’ continuare, si fermi.

“Il mio secondo messaggio è di solidarietà al popolo venezuelano: resistete. Il presente è brutale ma il futuro puo’ essere ancora positivo. Ai partiti democratici, ai rappresentanti politici in prigione, al Parlamento e agli enti locali dico: non lasciate morire le istituzioni. Le istituzioni devono lavora insieme e lo dovranno fare soprattutto quando il paese si sveglierà dall’incubo in cui è sprofondato”.