In una risposta all’interrogazione parlamentare della vicepresidente del gruppo S&D per lo sviluppo sostenibile, Kathleen Van Brempt, la Commissione europea ha confermato che due anni dopo lo scoppio dello scandalo dieselgate, un’auto su quattro non è stata riparata e continua a circolare sulle strade europee.


Kathleen Van Brempt, che è anche presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul Dieselgate, dichiara:

“Due anni dopo lo scandalo Dieselgate, ci sono ancora troppe auto sulle strade che non rispettano le regole tecniche sulle emissioni e che quindi rappresentano una minaccia per la salute dei nostri cittadini. La Commissione e gli Stati membri devono prendere molto più sul serio questo problema.

“Non possiamo contare sul comportamento etico di Volkswagen, ora che è chiaro che il gruppo non solo ha testato l'impatto delle emissioni sulle scimmie in laboratorio, ma anche sugli esseri umani. Gli Stati membri devono rendersi conto che nel mondo reale i cittadini sono esposti a livelli di emissione che sono illegali.

“In teoria, tutte le auto del gruppo Volkswagen che erano state truccate dovevano essere richiamate e riparate entro l'autunno del 2017. La Commissione riconosce ora che Volkswagen non ha adempiuto ai propri impegni e che oltre il 25% delle auto che incorporano il software manomesso non soddisfa ancora i requisiti necessari.

“In una lettera del 17 luglio, la commissaria Ue competente, Elżbieta Bieńkowska, aveva scritto a tutti i ministri dei Trasporti degli Stati membri affinché il 100% dei veicoli Volkswagen interessati fosse richiamato nel 2017.

“A luglio, Bieńkowska ha anche invitato i ministri degli Stati membri a rendere obbligatorio il richiamo se il loro paese non avesse raggiunto il 100% nel 2017.

"Non possiamo continuare a posticipare le scadenze. Nella lettera del 17 luglio, la commissaria Bieńkowska ha persino scritto ai ministri dei Trasporti che le vetture che nel 2018 non dovessero essere in regola con l'omologazione dovranno essere messe fuori circolazione. È quindi giunto il momento che i ministri competenti e le autorità nazionali di omologazione agiscano in modo deciso”.

Eurodeputati coinvolti
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Belgio