Mentre il governo britannico sta valutando di non estendere il periodo di transizione, gli eurodeputati S&D esprimono delusione per la mancanza di progressi nei negoziati dovuta all’assenza d’impegno politico del Regno Unito in settori chiave come la difesa del principio di concorrenza leale, della parità di condizioni e degli standard di tutela esistenti.

Oggi i membri del parlamento hanno discusso le proprie raccomandazioni sul futuro partenariato, ma il Gruppo S&D vuole vedere maggiori progressi verso un accordo ampio, poter contare su garanzie in materia di diritti dei cittadini sia britannici, sia europei, e sul rispetto degli impegni chiave assunti dal primo ministro Boris Johnson nell’ottobre 2019, con la firma dell’Accordo di uscita e la Dichiarazione politica.

Nel voto di giovedì il Gruppo S&D sosterrà le raccomandazioni sui negoziati in corso per un nuovo partenariato tra Ue e Regno Unito.

Kati Piri, vicepresidente S&D responsabile per gli affari esteri e co-relatrice sul futuro partenariato Ue-Regno Unito, ha dichiarato:

“Il primo ministro Boris Johnson questa settimana ha detto che non c’è alcuna ragione perché non si debba raggiungere un’intesa in luglio. Ma di là delle frasi fatte, non è stato affatto convincente nel rispondere alla domanda del “Come”.  In quattro tornate consecutive di negoziati il governo britannico ha mostrato un certo disimpegno nelle aree chiave e a questo punto non è facile nutrire lo stesso livello di ottimismo.

“Questa settimana il Parlamento europeo ha preso atto della decisione del Regno Unito di non estendere il periodo di transizione, ma per l’Europa quella porta è sempre stata aperta e continuerà ad esserlo. Tuttavia, che il Regno Unito rifiuti un’adeguata assunzione di responsabilità su punti cruciali per l’Ue come la parità di condizioni e, allo stesso tempo, rifiuti di estendere il periodo di transizione, non è un approccio costruttivo né per i negoziati, né in prospettiva di un accordo finale.

“Se il governo britannico vuole apprezzare dei progressi decisivi, deve tener fede alle proprie promesse per un accordo di ampio respiro che includa garanzie di concorrenza leale, solide forme di tutela sociale, ambientale e dei lavoratori, e riconosca la Corte di Giustizia europea come unica interprete e garante della legge europea. Un partenariato con queste caratteristiche sarebbe proficuo sia per i cittadini Ue, sia per quelli britannici, specialmente in un contesto come quello attuale.

Paolo de Castro, membro S&D in commissione commercio e relatore ombra sul futuro partenariato Ue-Regno Unito, ha aggiunto:

“Col tempo che corre rapidamente e il Regno Unito che si rifiuta di estender il periodo di transizione, il rischio di uscita senza accordo sta prendendo concretamente forma. Associato ai danni economici e sociali provocati dal COVID-19, un’uscita senza accordo tra Ue e Regno Unito avrebbe un impatto altamente negativo per entrambi, ma per il Regno Unito le conseguenze sarebbero persino più pesanti. Stiamo facendo quanto nelle nostre possibilità per evitare questo scenario estremo.

“Sia l’Accordo di uscita, sia la Dichiarazione Politica, sui quali Boris Johnson ha espresso il proprio parere favorevole non più tardi di otto mesi fa, sono lì a dare garanzie ai cittadini, stabilità ai produttori e a indicare la strada ai negoziatori di qua e di là della Manica. Non accetteremo alcun passo indietro sugli impegni assunti in quella sede.

“Vi sono tempi strettissimi nei negoziati, e questa settimana il Parlamento europeo ha reso chiaro che ciò è imputabile in buona misura alle scelte del Regno Unito. Ma la posizione dell’Ue è chiara e rimarremo uniti e fermi sulle nostre posizioni per realizzare ciò su cui si è già raggiunta un’intesa”.

Eurodeputati coinvolti
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