Il commento di Aurore Lalucq, portavoce S&D in materia di fisco, sull’inchiesta OpenLux pubblicata stamane:

“Il Lussemburgo è ancora un paradiso fiscale. Se qualcuno avesse nutrito ancora qualche dubbio, OpenLux dovrebbe averli dissipati: 55.000 compagnie offshore con asset stimati in più di seimila miliardi di euro riconducibili a compagnie come Amazon e Fiat: questa la portata dell’elusione fiscale rivelata dall’inchiesta. Le norme di trasparenza varate dal Parlamento europeo hanno contribuito a fare emergere la portata reale dello scandalo. Ora è imperativo legiferare per chiudere i paradisi fiscali Ue.

“È giunto il momento di dare un giro di vite decisivo ai paradisi fiscali Ue. Anzitutto dobbiamo dotarci di un’aliquota minima effettiva di tassazione delle società a livello mondiale, o quantomeno europeo, così da porre un limite alla concorrenza fiscale al ribasso tra gli stati membri. Non possiamo permettere che siano i cittadini, i contribuenti, a pagare il conto delle tasse evase dai ricchi e dalle potenti multinazionali. In secondo luogo, la cooperazione tra le autorità fiscali va stretta e approfondita per far sì che gli evasori non sfuggano alla rete. In terzo luogo, così come rivelato da OpenLux, una gran parte delle compagnie del Lussemburgo sono esclusivamente holding finanziarie che possono essere utilizzate per celare elusione ed evasione fiscale, e abbiamo bisogno di leggi puntuali in grado di porre fine al sistema delle scatole cinesi e delle società di comodo. Infine, le politiche Ue sull’elusione fiscale transfrontaliera dovrebbero essere potenziate in modo risolutivo, per andare ad agire sulle grandi ricchezze e gli enormi redditi personali”.

Jonás Fernández, portavoce S&D per gli affari economici e monetari, ha dichiarato:

“Alcune soluzioni di giustizia fiscale sono a portata di mano per garantire che le misure di trasparenza trovino finalmente piena applicazione ed efficacia. L’Unione europea sta per rivedere la propria lista nera dei paradisi fiscali e noi ribadiamo la nostra richiesta di dare il buon esempio, sottoponendo i Paesi Ue alle stesse norme e agli stessi criteri previsti per i Paesi terzi. I criteri per la compilazione della lista Ue dei paradisi fiscali dovrebbero essere riconsiderati per offrire maggior trasparenza e bloccare in modo serio ed efficace le opportunità di elusione fiscale. Entro due settimane i ministri Ue dovranno assumere una decisione sul sistema di rendicontazione pubblica Paese per Paese, fermo da anni in Consiglio. OpenLux ha provato ancora una volta che una riforma della legge sulle società è urgente, per obbligare le compagnie transnazionali a rendere note informazioni concernenti le tasse pagate sui profitti e quindi prevenire l’elusione fiscale.

“Nell’Ue, perdiamo 170 miliardi di euro ogni anno di gettito fiscale a causa delle scappatoie che favoriscono l’esistenza di regimi fiscali aggressivi: soldi di cui abbiamo urgente e disperato bisogno per costruire ospedali e scuole, a maggior ragione durante la pandemia. La giustizia fiscale non può più attendere”.

Note:

La rendicontazione Paese per Paese dovrebbe essere all’ordine del giorno del prossimo incontro del ministri Ue, il Consiglio sulla competitività COMPET (Mercato interno e industria), previsto per il 25 febbraio 2021.

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