Mentre ci avviciniamo al quinto anniversario dell’Autorità europea del lavoro, nota anche come ELA, risulta evidente che questa agenzia debba essere rafforzata per garantire un’autentica protezione di tutti i lavoratori dell’Unione europea, compresi i cittadini di paesi terzi, esortano i Socialisti e Democratici al Parlamento europeo.

Circa 13,5 milioni di cittadini dell’UE vivono o lavorano in un altro Stato membro, il doppio rispetto a dieci anni fa, e la mobilità all’interno dell’UE continua a crescere. Di fronte a questa sfida, l’ELA è stata creata nel 2019 per garantire un’applicazione equa ed efficace delle norme dell’UE sulla mobilità del lavoro, tra cui la libera circolazione, le trasferte dei lavoratori e il coordinamento delle forme di previdenza sociale.

Consapevole dell’importanza della missione dell’ELA nella lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori, questa settimana il Parlamento europeo adotterà una risoluzione che chiede il rafforzamento del suo mandato. I S&D accolgono quindi con favore la decisione dell’attuale Presidenza belga di inserire questo tema tra le sue priorità nei prossimi sei mesi.

Agnes Jongerius, eurodeputata S&D e correlatrice del Parlamento europeo sulla revisione del mandato dell’Autorità europea del lavoro, ha dichiarato:

“L’Europa non è solo un luogo di lavoro per gli europei, ma anche per i cittadini extraeuropei. Ci sono esempi, come quello dell’anno scorso dei camionisti non pagati nell’area di sosta di Gräfenhausen, in Germania, in cui sono stati sfruttati cittadini di paesi terzi, ma l’ELA non è stata in grado di intervenire. Quando un datore di lavoro con sede nell’UE non paga i suoi lavoratori o li tratta male, dovrebbe essere indagato e perseguito dall’ELA. Non importa se i lavoratori sono europei o extraeuropei.”

“Inoltre, l’ELA dovrebbe essere autorizzata a condurre indagini autonomamente, non solo su invito. Questo può essere illustrato con un semplice esempio tratto dalla nostra vita quotidiana: quando si aspettano visite, si pulisce la casa, mentre gli ospiti inattesi potrebbero trovare la casa in disordine. La stessa logica vale per l’ELA. Se uno Stato membro è a conoscenza dello sfruttamento dei lavoratori, non sarà propenso a invitare l’ELA. Dobbiamo rafforzare il mandato dell’ELA conferendogli poteri investigativi propri, come nel caso dell’Autorità bancaria europea.”

“Infine, una parola sulle parti sociali. Chi meglio delle parti sociali può sapere cosa succede sul posto di lavoro? È essenziale che anche le parti sociali possano presentare casi all’ELA e che questi vengano seguiti, il che significa che l’ELA deve riferire sui risultati ottenuti.”

Eurodeputati coinvolti
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Coordinatrice
Paesi Bassi
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