In seguito a un Consiglio straordinario degli affari esteri convocato da Josep Borrell nel pomeriggio, i Socialisti e Democratici hanno duramente condannato l’uso della forza, gli arresti e la tortura dei manifestanti pacifici da parte del regime bielorusso, avvenuti negli ultimi quattro giorni sulla scia delle elezioni presidenziali tenutesi il 9 agosto. Il Gruppo S&D chiede ai ministri degli affari esteri la certezza di sanzioni per queste elezioni che non sono state né libere né trasparenti, attraverso l’applicazione di sanzioni mirate contro il regime di Lukashenko come l’espulsione della Bielorussia dal Programma di Partenariato Orientale e chiede nuove elezioni sotto stretta osservazione della comunità internazionale.

 

Kati Piri, Vicepresidente S&D responsabile per gli affari esteri, ha dichiarato:

 

“Lukashenko sta infierendo sui propri stessi cittadini i quali, in una straordinaria dimostrazione di coraggio, sono scesi in piazza a difesa della correttezza e la trasparenza dell’istituto del voto. Non possiamo voltare lo sguardo quando un dittatore ai confini dell’Ue ruba il voto della propria gente, arresta migliaia di dimostranti pacifici e vi sono segnalazioni attendibili di torture su larga scala.

 

“Per troppo tempo l’Ue a perseguito una politica d’impegno critico nei confronti della Bielorussia. Ora dobbiamo prendere coscienza che quest’atteggiamento non paga e non ha né migliorato la situazioni in termini di diritti umani nel Paese, né condotto a riforme democratiche significative.

 

“Il Gruppo S&D chiede una decisa reazione da parte dei ministri degli affari esteri Ue. Esortiamo il Consiglio a imporre sanzioni mirate contro i funzionari bielorussi resisi responsabili della falsificazione delle elezioni, le violenze contro i manifestanti e gli arresti arbitrari. Lukashenko stesso va etichettato come persona non gradita nell’Unione europea. Se da un lato è nostro dovere sostenere la società civile, anche dal punto di vista finanziario, il regime bielorusso deve essere totalmente escluso dal ricevere qualsiasi forma di finanziamento o fondo Ue. Inoltre, l’Ue deve richiedere nuove elezioni nelle quali i candidati possano competere in una cornice di correttezza e trasparenza, sotto lo sguardo degli osservatori internazionali. Eleggere il proprio presidente è un diritto dei cittadini bielorussi.

 

“Il nostro Gruppo chiede anche l’espulsione dal Programma di Partenariato Orientale. Non possiamo intrattenere alcuna partnership con Paesi nei quali osserviamo una repressione tanto violenta dell’opposizione della società civile. I dittatori sono per definizione nemici delle società libere. Sia la Bielorussia, sia l’Azerbaijan dovrebbero essere espulsi immediatamente dal Programma di Partenariato Orientale”.

 

 

Tonino Picula, portavoce S&D per gli affari esteri, ha dichiarato:

 

“In seguito all’esplosione mortale al porto di Beirut causata da una negligenza criminale delle autorità responsabili, i 253 milioni di euro promessi durante la conferenza dei donatori la scorsa settimana sono un primo passo altamente necessario per dare un po’ di sollievo alla popolazione libanese. Assistenza aggiuntiva, con particolare riferimento ad aiuti medici e alimentari, e mezzi per la ricostruzione delle infrastrutture civili come scuole, ospedali e reti elettriche, riveste carattere d’urgenza e chiediamo alla comunità internazionale e alla Commissione di rendere disponibili queste risorse in tempi rapidi.

 

“Ora che il primo ministro Hassan Diab si è dimesso, i cittadini libanesi meritano la rapida formazione di un nuovo governo all’altezza delle attese. Chiediamo alle forze politiche libanesi di porre l’interesse del Paese al primo posto e unità nell’implementazione di riforme urgenti, libere da interessi geopolitici di attori esterni.

 

“Le operazioni di trivellazione per mano turca ancora in atto in acque cipriote e le crescenti tensioni nell’Egeo, come le ultime manovre navali, continuano a essere estremamente preoccupanti. Il Gruppo S&D sostiene la decisione dei ministri degli esteri Ue d’imporre sanzioni mirate, ma data la gravità della situazione, ci aspettiamo che considerino anche misure più restrittive contro la Turchia”.

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