S&D: “L’accordo con l’Iran sembra essere equo e giusto. Una vittoria sugli ostruzionisti”

“Considerate le obiezioni che ci si aspetta dal Congresso statunitense, i paesi europei devono dimostrare buona fede nei confronti dell’Iran mostrandosi determinati ad adempiere ai propri obblighi”, hanno affermato con una dichiarazione congiunta il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella e il coordinatore S&D per gli affari esteri, Richard Howitt.

Parlando dopo l’annuncio dell’accordo, Gianni Pittella ha detto:

“Riteniamo che l’accordo di oggi con l’Iran sul suo programma nucleare sia un passo molto positivo, in grado di rafforzare le relazioni dell’Ue con Teheran. Questo accordo apre nuovi canali di collaborazione con l’Iran sui temi della sicurezza regionale, come la lotta comune contro l’Isis/Daesh, la fine della guerra civile in Siria e la stabilizzazione della situazione in Iraq e Afghanistan.

“Il gruppo S&D si congratula con l’Alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, per il ruolo molto costruttivo e efficace che ha avuto nel condurre i negoziati fino a questo storico accordo. È un grande esempio di ciò che la politica estera comune europea può raggiungere quando ci sono una leadership, un obiettivo comune, un impegno irremovibile per la pace nel mondo e un efficace multilateralismo.

“Dopo questi sviluppi positivi invio un appello all’Ue perché si muova rapidamente per istituire una delegazione permanente a Teheran”.

L’eurodeputato Richard Howitt, che è stato copresidente della delegazione del Parlamento europeo finalizzata a rafforzare la fiducia nei colloqui con Teheran, ha aggiunto:

“Il fatto che le scadenze siano più volte cambiate ma che si sia comunque raggiunto un accordo è un chiaro segnale della validità dell’accordo stesso.

“Come ho visto io stesso a Teheran, i costi del ritardo non ricadevano solamente sugli Stati Uniti, ma anche sulle prospettive dei riformisti iraniani.

“Non si è dovuta superare solo la mancanza di fiducia tra i negoziatori, ma anche gli ostruzionisti a oltranza di entrambe le parti.

“C’è da aspettarsi un percorso molto difficile, non solo nel Congresso statunitense, ma anche nel Majlis, quindi è ancora più importante che le nazioni europee inviino un segnale forte all’Iran perché dia applicazione all’accordo, dimostrando la nostra buona fede nel fare lo stesso.

“Si tratta di un processo avviato da tre governi europei, nel quale l’Europa ha fatto da intermediario per la partecipazione degli Stati Uniti e nel quale l’Alto rappresentate ha avuto un ruolo decisivo nel facilitare l’accordo finale. L’accordo è in parte un trionfo diplomatico dell’Unione europea stessa, e la sua applicazione può portare alla ripresa dei rapporti tra Europa e Iran.

“Un fallimento dei negoziati avrebbe rischiato di portare una delle potenze a intraprendere azioni militari, e avrebbe alimentato una corsa agli armamenti nucleari nel Medio Oriente, ma ora l’accordo apre una prospettiva di maggiore sicurezza nell’intera regione”.