In occasione del voto del Parlamento europeo di oggi sulla relazione annuale sulla politica estera e di sicurezza comune, i Socialisti e Democratici hanno invitato gli Stati membri a introdurre il voto a maggioranza qualificata in alcuni settori della politica estera dell'Ue per accelerare le decisioni ed eliminare situazioni in cui un solo Paese puo’ bloccare il consenso su importanti iniziative. Il gruppo S&D ha anche sottolineato il suo attaccamento al multilateralismo e ha invitato l'Europa a colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti.


L'eurodeputato Knut Fleckenstein, relatore ombra S&D e portavoce per gli affari esteri, dichiara:


“La relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune (PESC) invia un messaggio chiaro: le principali sfide che minacciano la sicurezza dell'Ue vanno affrontate con una risposta diplomatica comune più forte e un'azione più rapida. A tal fine, dobbiamo accelerare il processo decisionale del Consiglio passando dall'unanimità al voto a maggioranza qualificata in settori specifici della PESC. Per cominciare, l'Ue dovrebbe porre fine alla regola dell'unanimità in tre aree di politica estera: posizioni dell'Ue nel campo delle questioni relative ai diritti umani nei forum internazionali, decisioni sulle sanzioni e sulle missioni civili dell'Ue. In questi campi, spesso non c'è tempo per trovare il minimo comune denominatore.


“In tempi complessi, la cooperazione multilaterale è l'unico modo per rispondere alle sfide globali. I passi indietro da parte degli Stati Uniti sull'ordine mondiale basato su regole, ad esempio come nel caso del ritiro dall'accordo nucleare con l'Iran e la Trans-Pacific Partnership, o lo stop ai finanziamenti per l'UNRWA e a varie agenzie delle Nazioni Unite, dimostrano che gli Usa, da garanti della sicurezza, sono diventati un rischio per la sicurezza. C'è solo una risposta a uesto e deve essere una “Europa unita”.


“L'efficacia della politica estera è un mix di soft power congiunto e di hard power credibile. Il dialogo aperto, nonostante le differenze politiche, è la chiave per un'efficace soft power. In futuro, dobbiamo continuare a sviluppare questo e avere sufficienti mezzi civili e militari”.


Nota per la stampa:


Come proposto dalla Commissione, il passaggio dal voto all'unanimità al voto a maggioranza qualificata, anche nella politica estera dell'Ue, non richiede una revisione dei trattati. Le modifiche possono essere introdotte attraverso la clausola “passerelle” (articolo 48 del trattato sull'Unione europea), che consente l'estensione del voto a maggioranza qualificata a nuove aree se gli Stati membri dell'Ue concordano all'unanimità.

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