Il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella, in merito al voto dei cittadini turchi nello storico referendum, dichiara:

 

"In Turchia è stato inflitto un altro duro colpo alla democrazia e allo stato di diritto. Si tratta di un altro passo che allontana il Paese dall’Europa. Erdoğan ha chiuso le porte all’Ue con questo referendum. I colloqui per l’accesso all’Ue se la Turchia decide di attuare le 18 modifiche costituzionali.

 

"Sono state segnalate diverse irregolarità in tutta la Turchia. Irregolarità che potrebbero mettere in dubbio l’esito finale. Pertanto, attendiamo la valutazione ufficiale della missione internazionale degli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR).

 

"Restiamo convinti che la maggioranza dei cittadini turchi vedono nella democrazia e nello stato di diritto dei pilastri fondamentali. Purtroppo, Erdoğan sta sempre più portando la Turchia verso un regime personale e autoritario.

 

"Il gruppo S&D farà tutto il possibile per rafforzare la democrazia e lo stato di diritto contro la deriva autoritaria di Erdoğan. Inoltre, il gruppo S&D chiede al Consiglio di valutare tutte le misure necessarie per sospendere i colloqui per l’adesione all’Ue della Turchia. L’Europa non puo’ chiudere gli occhi e restare in silenzio. E non lo farà".

 

L’eurodeputata S&D Kati Piri, relatrice del Parlamento europeo sulla Turchia, afferma:

 

"E’ un giorno triste per tutti i democratici in Turchia. In un contesto elettorale difficile per gli oppositori del presidente, una maggioranza risicata ha votato a favore delle modifiche costituzionali che daranno al presidente Erdoğan poteri maggiori senza i dovuti contrappesi. Con un Costituzione del genere, la Turchia non puo’ entrare nell’Ue.

 

"Da relatrice, continuero’ a battersi per tutti colori che difendono la democrazia e i diritti fondamentali in Turchia. L’esito di oggi mostra che ci sono milioni di cittadini turchi che condividono gli stessi valori europei e che hanno scelto un futuro diverso per il loro Paese. L’Ue non dovrà mai chiudere la porta a questi cittadini”.