Gianni Pittella, presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, ha lanciato un appello all'unità tra i governi nazionali in vista del cruciale incontro dei ministri di Giustizia e Affari interni a Bruxelles. Parlando nel corso di una visita sul campo degli eurodeputati S&D al confine tra Ungheria e Serbia, Pittella ha sottolineato che l'Europa non può continuare a rimanere ostaggio di egoismo e ipocrisia.
 
Elena Valenciano, presidente della sottocommissione del Parlamento per i diritti umani, l'eurodeputato greco Miltiadis Kyros, e gli eurodeputati ungheresi  István Ujhelyi e Péter Niedermüller, hanno raggiunto Pittella durante la visita del gruppo al campo rifugiati e alla recinzione appena costruita al confine tra Serbia e Ungheria.
 
Pittella ha affermato:
 
“Finalmente abbiamo un piano credibile per affrontare la crisi dei rifugiati. Oggi è urgente che tutti i governi nazionali mettano da parte il proprio egoismo e appoggino la proposta della Commissione. Stanno morendo sempre più innocenti, stanno sorgendo sempre più barriere legali e illegali, sta scomparendo l'iniziale generosità. La solidarietà non può più essere una gentile offerta, dev'essere obbligatoria. L'Ue non è un club di interessi, ma una famiglia nella quale i diritti e i  doveri devono essere equamente divisi. Gli egoismi nazionali condanneranno altrimenti l'Europa alla sua dissoluzione. La scorsa settimana il sottoscritto e i presidenti di altri gruppi abbiamo scritto a tutti i leader nazionali chiedendo il loro appoggio. Ora, rivolgo la richiesta ai membri della nostra famiglia politica: andiamo avanti e diamo vita a politiche di asilo e immigrazione autenticamente europee. Solo creando maggiore integrazione disporremo degli strumenti per risolvere la crisi.
 
“Questa aberrante, nuova cortina di ferro che abbiamo di fronte quest'oggi ci ricorda che non dobbiamo mai più permettere a noi stessi di dividerci tra Est e Ovest. Dagli orrori della guerra abbiamo ricostruito l'Europa insieme, non possiamo permettere che questa crisi ci squarci di nuovo. Dobbiamo svegliarci, anziché nasconderci dietro muri xenofobi e inutili. Se non riusciamo a essere all'altezza delle nostre responsabilità morali e legali nei confronti dei rifugiati, stiamo allora abbandonando il sogno di una vera Unione basata sui diritti e sui valori”.

István Ujhelyi, capo della delegazione ungherese presso il gruppo S&D, ha aggiunto:
 
"Il muro di Orban è solamente la più vistosa e ostile delle sue politiche fallimentari. Il suo governo non è riuscito ad afferrare la vastità della crisi e ha tentato di demonizzare i rifugiati anziché trovare una soluzione alla situazione. Questo è  decisamente in contrasto con l'esempio dei volontari che abbiamo incontrato qui oggi, che stanno aiutando i bisognosi e stanno mostrando il volto umano dell'Ungheria.
 
“I governi nazionali hanno lasciato troppo a lungo Ungheria, Italia e Grecia da sole ad affrontare l'urto di questa crisi. Hanno litigato tra loro invece di avanzare soluzioni sensate. L'ha fatto finalmente la Commissione. Non si può sprecare altro tempo, i governi nazionali adesso devono appoggiare queste soluzioni”.

Elena Valenciano, presidente della sottocommissione del Parlamento per i diritti umani, ha dichiarato:
 
“La nostra risposta come continente è stata vergognosa, non siamo stati capaci di dare protezione a chi più ne ha bisogno. Finché non forniremo ai rifugiati vie sicure e legali per raggiungere il loro paese di asilo, li lasceremo alla mercé di criminali e trafficanti.
 
“Questa è la più grande crisi umanitaria cui ci siamo mai trovati di fronte in 50 anni di Europa. Abbiamo le capacità necessarie per affrontarla, ma occorre volontà politica. Non possiamo sprecare un giorno di più, dobbiamo agire insieme”.

Eurodeputati coinvolti