Pittella e Valenciano: il presidente della Catalogna deve immediatamente annullare questo referendum illegale

Commentando la situazione in Catalogna, il presidente e la vicepresidente del gruppo S&D, Gianni Pittella ed Elena Valenciano, dichiarano:

“I socialisti spagnoli e catalani chiedono al presidente della Catalogna di annullare immediatamente questo referendum illegale e aprire cosi’ la strada al dialogo politico.

“I Socialisti europei, cosi’ come le istituzioni dell’Unione europea, sostengono la legalità costituzionale e l’applicazione della legge. Sosteniamo gli oltre 120 sindaci socialisti che credono come noi che solo rispettando la legge si possano garantire democrazia e protezione delle istituzioni.

“Ogni misura e atto presi per difendere la legalità, sotto la vigilanza dei giudici e in virtù di un pronunciamento del tribunale, devono avere il supporto dei democratici. Quello che è in gioco è la sopravvivenza del sistema democratico, che non puo’ essere messo a rischio da nessuno e in nessuna circostanza. La Spagna è un regime democratico consolidato e la Catalogna ha e continua ad avere un suo governo di cui è garante proprio questo sistema democratico. Non ci sono dubbi su questo un Europa.

“Per questo, sosteniamo lo stato di diritto in Spagna, perché esso garantisce la coesistenza, il rispetto per le procedure legali e consente l’attuazione delle riforme necessarie. Il referendum indetto dal governo catalano è chiaramente illegale, contrario alla Costituzione e alla legislazione spagnole, contraria alla autonomia catalana e contraria alla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa. Esso non ha basi legali nel diritto internazionale.

“Come ha già fatto il Partito socialista spagnolo, chiediamo l’apertura dei canali legali e politici per il dialogo. I socialisti spagnoli sono riusciti a istituire una commissione parlamentare per lo studio e la modernizzazione del modello territoriale spagnolo.

“Facciamo un appello generale a mantenere la calma e a un confronto politico pacifico. E’ sempre necessario rispettare lo stato di diritto, conformemente ai limiti di proporzionalità”.