Gianni Pittella, leader dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, ha incontrato questa mattina il primo ministro David Cameron per discutere della bozza di accordo riguardante i rapporti del Regno Unito con l'Unione europea. 

Parlando a margine dell'incontro, Gianni Pittella ha dichiarato:

"E' stata una discussione davvero aperta e costruttiva. A nome del mio gruppo ho espresso la volontà di fare tutto il possibile affinché il Regno Unito resti in Ue. La Brexit comporterebbe gravi conseguenze, prima di tutto per i lavoratori e le imprese britanniche, ma anche per l'Ue intera. Essa costituirebbe un pericoloso precedente.

"Su un'unione più forte, l'accordo non deve ostacolare quei paesi che vogliono una maggiore integrazione. Sulla governance economica, non possiamo accettare la sistematica deroga a favore della City. Dobbiamo anche garantire che il cosiddetto 'emergency brake' (il freno di emergenza) diventi uno strumento di discriminazione tra i cittadini Ue.

"Come ho ribadito a Cameron, il Parlamento europeo è una istituzione cardine e non un mero passacarte. Noi avremo un ruolo cruciale in qualità di co-legislatori e staremo molto attenti a tutte le fasi del processo di attuazione dell'accordo finale".

Glenis Willmott, leader della delegazione dei laburisti britannici al Parlamento europeo, aggiunge:

"Visti i suoi precedenti, la visita di David Cameron avrà un impatto minimo sul modo in cui i il Parlamento europeo guarderà le sue proposte.

"Se c'è un sostegno all'accordo su queste tematiche è perché i colleghi del Parlamento europeo vogliono che la Gran Bretagna resti nell'Unione europeo. Questo sostegno non ha nulla a che vedere con la visita a Bruxelles del premier. Per i deputati europei, il punto chiave è che per il Regno Unito è meglio restare nell'Ue, cosi' come per l'Ue è meglio avere al suo interno il Regno Unito.

"Diversi colleghi parlamentari sono preoccupati del fatto che i Tory potrebbero sfruttare l'occasione per attaccare i diritti dei lavoratori, dato che, a causa dell'operato dei sindacati e degli eurodeputati laburisti, non sono riusciti a minare i principali diritti come le quattro settimane minime di ferie pagate, il diritto al congedo di paternità e la pari protezione per i lavoratori part-time e full-time.

"Questo referendum non sarà su David Cameron, o sui dettagli dell'eventuale accordo, ma riguarderà le vite e il futuro di milioni di lavoratori che potrebbero essere colpiti qualora il Regno Unito uscisse dall'Ue.

"In termini di occupazione, sicurezza e diritti, la Gran Bretagna e i britannici stanno meglio nell'Ue ed è per questo che ci stiamo battendo contro la Brexit".