ggi, gli eurodeputati S&D hanno accolto con favore gli impegni assunti dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e dal commissario Pier Moscovici, di porre fine alle pratiche fiscali aggressive nell’Ue, nel corso di un’audizione speciale nel Parlamento europeo.

Il portavoce S&D sulla commissione speciale TAXE, Peter Simon, ha affermato:
 
“L’audizione di oggi dimostra che il lavoro della commissione speciale TAXE sta portando a risultati tangibili. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, ha ammesso che l’attuale sistema di ottimizzazione fiscale delle società multinazionali è sleale e che occorre stabilire un quadro legale globale per un’equa tassazione delle imprese in Europa. Questo è in linea con le richieste dei Socialisti e Democratici”.
 
“Sia la relazione della commissione speciale, sia la relazione legislativa della commissione Affari economici del Parlamento europeo, forniscono suggerimenti alla Commissione europea per un pacchetto globale contro la pianificazione fiscale aggressiva. Il nostro obiettivo deve essere far sì che le società paghino le tasse nel paese in cui realizzano i profitti”.
 
“Ci saranno inoltre conseguenze al rifiuto da parte di una serie di società multinazionali di comparire di fronte alla commissione speciale. Un così chiaro disprezzo di una commissione parlamentare nominata deve condurre a delle reazioni. Dovrebbe essere ritirato il badge di accesso permanente al Parlamento europeo a compagnie come Amazon, Facebook, Google, Ikea, Philip Morris e McDonald’s, fino a quando non cambieranno il loro atteggiamento. Chi non ha rispetto per l’interesse pubblico è palesemente inadatto a entrare nel Parlamento europeo come lobbista”.

L’eurodeputata S&D e co-relatrice del Parlamento europeo per la commissione speciale TAXE, Elsa Ferreira, ha aggiunto:
 
“In seguito all’audizione di oggi di Jean-Claude Juncker al Parlamento europeo, la credibilità politica e personale del presidente della Commissione europea, su cui l’S&D ha basato il proprio supporto, non è stata indebolita.
 
“La Commissione europea, tuttavia, deve essere più ambiziosa nelle misure volte a porre fine all’ingiustizia fiscale. Non è più accettabile che le Pmi e i singoli cittadini siano gravati da tasse mentre le multinazionali versano somme ridicolmente piccole.
 
“Invitiamo inoltre la Commissione europea a dare accesso ai documenti che ci permetterebbero di comprendere chi sta bloccando i progressi sul terreno fiscale nell’Ue. Dobbiamo porre fine alla segretezza che ha permesso all’attuale giungla fiscale di svilupparsi”.

L’eurodeputata laburista Anneliese Dodds ha concluso:
 
 “Ancora una volta, attraverso le audizioni di questa commissione, continuiamo a tornare a un semplice punto: la necessità di maggiore trasparenza riguardo alle tasse. Questo significa maggiore trasparenza da parte della Commissione e degli Stati membri, i quali devono condividere con la nostra commissione documenti chiave che abbiamo richiesto in numerose occasioni. E significa trasparenza, in maniera più ampia, da parte delle società nel dare rendicontazione dei profitti che realizzano e delle tasse che pagano, in ogni paese. Serve poi una definizione chiara e condivisa di ciò che si intende esattamente per 'paradiso fiscale'.

"Nell’anno in cui è scoppiato il caso LuxLeaks, abbiamo visto cosa succede quando c’è un’eccessiva segretezza e manca sufficiente trasparenza. Gli Stati membri alimentano una concorrenza fiscale dannosa raggiungendo accordi fiscali privati che erodono la base fiscale dei loro vicini”.
 
“Alcune grosse compagnie multinazionali spostano i loro profitti in strutture complesse e opache, mentre sulle Pmi ricadono oneri fiscali sempre maggiori. Tutto questo non può più continuare. Per questo oggi gli eurodeputati S&D hanno lanciato un chiaro appello alla Commissione, agli Stati membri e alle stesse società perché siano più trasparenti riguardo alle proprie tasse”.