Le grandi aziende dovrebbero ricevere sanzioni se non rispettano la parità di salario tra uomini e donne

Le aziende quotate in borsa che non assicurano lo stesso stipendio per uomini e donne dovrebbero ricevere sanzioni come l'esclusione dagli appalti pubblici dell'Ue. E' quanto contenuto in una risoluzione adottata oggi a Strasburgo dal Parlamento europeo.

I Socialisti e Democratici hanno appoggiato la proposta che potrebbe portare a una revisione della legislazione Ue sull'equo trattamento salariale tra uomini e donne.

La portavoce S&D Group in materia, Inés Ayala Sender, dichiara:

"L'equo compenso resta un miraggio in Europa. Dieci anni dopo l'introduzione di una legge Ue per assicurare gli stessi livelli salariali, le donne sono ancora pagate meno degli uomini a parità di lavoro. La differenza in Europa è in media del 16%. E la crisi economica ha scavato ancora di più il solco tra i sessi.

"Una delle ragioni del persistere del gap è la mancanza di sanzioni per le società che non garantiscono lo stesso trattamento tra uomini e donne. Ecco perché chiediamo che vengano introdotte delle sanzioni di questo tipo nell'attuale legislazione.

"Chiediamo delle rendicontazioni obbligatorie sulle paghe per le società quotate in Ue, eccetto per le piccole e medie imprese, in modo da mettere allo scoperto il gap salariale di genere. Si tratta di una iniziativa sostenuta anche dai sindacati. Vogliamo delle sanzioni per quelle aziende che non si assumono le proprie responsabilità. Aziende che andrebbero escluse dai bandi pubblici per la fornitura di beni e servizi finanziati dal bilancio Ue. Chiediamo anche che gli stati membri facciano la stessa cosa con le società finanziate dai loro rispettivi bilanci pubblici.

"E' questa l'unica strada da percorrere per ottenere dei passi avanti".

La portavoce S&D per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere, la socialista belga Marie Arenda, aggiunge:

"La parità di trattamento tra uomini e donne nell'occupazione significa anche pari opportunità di fare carriera. Crediamo che introdurre delle quote per aumentare la presenza delle donne nei board della grandi aziende sia la sola strada efficace per infrangere il 'tetto di cristallo'.

"La Commissione europeo deve fare delle proposte che siano efficaci e il Parlamento le sosterrà. I governi Ue, purtroppo, ancora sfuggono alle loro responsabilità nonostante l'uguaglianza di genere sia una priorità in Europa. Tali governi si stanno comportando su questo punto nello stesso modo con cui hanno bloccato la direttiva sul congedo di maternità".