Il successo del piano di Juncker dipenderà dalla capacità degli stati membri di investire

Gli eurodeputati S&D esprimono apprezzamento per l’impegno della Commissione europea nell’affrontare la questione della flessibilità all’interno delle regole esistenti nell’Eurozona.

Il commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ha annunciato oggi che la Commissione presenterà una comunicazione a inizio 2015 su questa materia.

La portavoce S&D per gli Affari economici e finanziari, Elisa Ferreira, ha sottolineato:

"I Socialisti e Democratici credono che il successo del piano di investimenti di Juncker dipenderà perlopiù dalla capacità degli stati membri di investire. Ecco perché attendiamo la comunicazione della Commissione sulla flessibilità.

"Se l’Ue manterrà una pressione eccessiva sulle rigide regole finanziarie, il piano sarà inutile, non funzionerà. In particolare, la Commissione europea dovrebbe considerare se alcuni stati dell’Eurozona stiano affrontando circostanze eccezionali che potrebbero portarli a un allentamento del ritmo e dell’ammontare annuale dei tagli di bilancio”.

L’eurodeputato S&D Pervenche Berès, che preparerà la bozza della posizione del Parlamento europeo su questa materia, aggiunge:

"La flessibilità non è un tabù. E’ la chiave perché l’Europa esca dalla crisi sociale ed economica.
 
"La Commissione europea ha già aperto alla possibilità di dare più spazio di manovra agli stati membri nell’attuare il futuro piano di investimenti. In particolare, i contributi nazionali per il futuro fondo europeo per gli investimenti strategici sarà esentato dalle regole del Patto di stabilità e crescita.

"La Commissione dovrebbe fare un passo avanti con un’ampia interpretazione della flessibilità all’interno delle attuali regole finanziarie. Ciò sarebbe il segno di un’attuazione intelligente del Patto di stabilità e crescita”.

L’eurodeputato S&D Udo Bullmann, che guiderà la discussione al Parlamento europeo sul piano di investimenti, dichiara:

"Per tanti anni, ci sono state persone che, senza guardare alle realtà economiche, hanno voluto imporre il loro dogma: tagli a bilanci e ai debiti pubblici. La Commissione dovrebbe fare uno studio guardando a tutti gli scenari, inclusa l’analisi di come gli investimenti produttivi addizionali potrebbero consolidare i bilanci più velocemente rispetto a politiche di non-investimento”.

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Germania