Il gruppo S&D in Myanmar: il vincitore delle elezioni deve realizzare il cambiamento

Il Parlamento europeo ha inviato una missione di osservazione in Myanmar per le storiche elezioni nazionali, le prime elezioni democratiche nel paese in 50 anni.

Oltre a osservare il processo elettorale, la delegazione ha incontrato i partiti politici, i media e la società civile, compresi i difensori dei diritti umani e i gruppi etnici e religiosi, per toccare con mano la situazione politica e legale.

I primi risultati ufficiali indicano una netta vittoria del principale partito di opposizione, la lega Nazionale per la Democrazia, guidata dalla vincitrice del Premio Sakharov Aung San Suu Kyi.

L'eurodeputata S&D Ana Gomes, capo della missione del Parlamento europeo, ha affermato:

“Eravamo molto preoccupati per il quadro costituzionale di queste elezioni e per l'elevato numero di prigionieri politici e di elettori privati del diritti di voto, principalmente appartenenti alle minoranze etniche e religiose. Una situazione che non permette elezioni pienamente credibili e inclusive. La giornata elettorale si è però svolta in maniera trasparente e genuina, e speriamo che le fasi rimanenti del conteggio e della tabulazione siano allo stesso livello.

“Il popolo del Myanmar ha dimostrato di volere la democrazia. Spetta ora alla vincitrice delle elezioni realizzare il governo democratico per tutti i cittadini del Myanmar, compresi i gruppi etnici e religiosi, e in particolare i  Rohingyas, che sono vittime dell'aumentata radicalizzazione nel paese. Continueremo ad accompagnare il paese su questa strada”.

Goffredo Bettini, membro S&D della delegazione per le relazioni con l'ASEAN:

“Confermiamo che le elezioni si sono svolte in maniera pacifica e trasparente e con una grande partecipazione, professionale e consapevole, da parte di molti giovani e in particolare di molte donne, che hanno avuto ruoli di organizzatrici e scrutinatrici. Va applaudito il tasso di partecipazione degli elettori, oltre l'80% .

“Il fatto che la Costituzione preassegni il 25% dei seggi ai militari è un elemento da tenere in conto e da cambiare in futuro, per garantire un processo democratico al 100%, sebbene le elezioni dell'8 novembre siano un decisivo passo in avanti. Ciò che è ora fondamentale è che tutti accettino il risultato delle elezioni”.