Il gruppo S&D accoglie con favore il processo di dialogo in Libia

Il gruppo dei Socialisti e Democratici del Parlamento europeo accoglie con favore l’accordo raggiunto ieri a Skhirat, in Marocco, sul processo di dialogo per una soluzione politica in Libia.

Il presidente dell’S&D, Gianni Pittella, ha dichiarato:

“Dopo mesi di negoziati, questo accordo è un passo fondamentale per la costruzione di uno Stato democratico civile attraverso il consenso nazionale, e risponde alle necessità e alle aspirazioni del popolo libico. Ci auguriamo che tale accordo possa avere un consenso pienamente inclusivo dato che questa è l'unica strada possibile per garantire i diritti della popolazione libica.

“Mi congratulo con il Rappresentante speciale dell’UNSG, Bernardino Léon, per gli sforzi compiuti per condurre le parti a un accordo. È estremamente importante adesso procedere all’attuazione di questo accordo in buona fede, e fornire gli strumenti necessari ad affrontare le sfide per una Libia democratica e per la lotta alla radicalizzazione e al terrorismo”.

L’eurodeputato Victor Boştinaru, vicepresidente S&D per gli affari esteri, ha affermato:

“Il quadro per un accordo di pace firmato in Marocco dà speranza all’intera regione, che sta affrontando destabilizzazione e terrorismo crescenti, e all’Ue, ma dà speranza per primo e soprattutto al popolo libico. Hanno affrontato una situazione confusa e preoccupante per troppo tempo. Accolgo con favore l’atteggiamento positivo dimostrato da quasi tutte le parti nel lavorare a questo accordo, e ringrazio ovviamente Bernardino Léon per tutto il lavoro fatto. Ma non facciamo l’errore di considerarlo un punto finale. L’attuazione di questo accordo sarà altrettanto difficoltosa, e tutte le parti devono impegnarsi in pieno.  Il futuro della Libia è nelle loro mani. La Libia ha bisogno di stabilità e sicurezza, e come ha detto più volte l’Alto rappresentante Federica Mogherini, l’Ue è pronta a offrire il suo pieno appoggio nel momento in cui i libici metteranno in atto le precondizioni necessarie nel loro paese”.