Votando oggi a Strasburgo una proposta dell’eurodeputato S&D Hugues Bayet, il Parlamento europeo ha dato il via libera a una serie di misure volte a combattere l’evasione fiscale da parte delle società multinazionali.

I paesi dell’Ue perdono ogni anno tra i 100 e 240 miliardi di entrate fiscali a causa della pianificazione fiscale aggressiva delle aziende.

L'eurodeputato Hugues Bayet ha accolto con favore il risultato positivo:

“Appoggiando queste proposte, che hanno avuto un’ampia maggioranza, il Parlamento europeo ha dimostrato ancora una volta, da quando sono stati svelati gli scandali di LuxLeaks e dei Panama Papers, di essere un attore importante nella battaglia per la riforma del sistema fiscale delle multinazionali in Europa.

“Sostenendo il principio che le tasse devono essere pagate dove si realizzano i profitti, stiamo inviando un messaggio chiaro agli stati membri dell’Ue sulla necessità di compiere progressi ambiziosi nella lotta all’evasione fiscale. Non vogliamo un'Europa divisa in due parti, una formata dalla maggioranza dei cittadini che pagano le loro tasse onestamente e l’altra da questi giganti economici, che riescono a evitare di pagare i loro contributi.

“È ora che tutti contribuiscano allo stesso modo per finanziare la sanità, il lavoro per i giovani, le scuole e le università, gli alloggi e la sicurezza. Le grandi società non devono avere la possibilità di chiamarsi fuori dagli sforzi collettivi semplicemente perché dispongono dei mezzi per pagare specialisti finanziari e fiscali la cui sola missione è trovare metodi creativi per eludere il fisco, specialisti il cui compenso è determinato dalle cifre che sottraggono alle risorse pubbliche”.

Questo pacchetto di misure è pensato per essere la risposta dell’Unione europea alle raccomandazioni fiscali avanzate dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Le disposizioni chiave comprendono:

  • Definizioni precise e vincolanti delle condizioni che dimostrano che una società multinazionale è stabilita in un paese, per garantire che le società paghino le tasse dove realizzano i profitti. Oggi troppo spesso le multinazionali organizzano le loro operazioni in modo da trasferire i loro utili in paradisi fiscali senza pagare tasse nei paesi dove realmente operano.
  • La creazione di una rigida blacklist, condivisa da tutti i 28 Stati membri dell’Ue, di paradisi fiscali e paesi che falsano la concorrenza attraverso regimi fiscali favorevoli – compresi alcuni paesi europei. Di conseguenza, una definizione condivisa di paradiso fiscale.
  • Chiarimenti sulla legge sui brevetti. Al momento, troppe multinazionali usano incentivi legati alla registrazione dei brevetti per ridurre artificialmente i loro utili dichiarati. Una pratica dannosa per i paesi realmente innovativi.
  • La fine della ‘doppia assenza di imposizione’. Saranno colmate le lacune che hanno  permesso alle multinazionali di evitare di pagare le tasse. La complessità della legislazione nei 28 paesi dell’Ue è stata sfruttata da alcune multinazionali per nascondere i loro profitti e il reale ammontare delle tasse pagate.
  • Controlli più efficaci sui prestiti tra entità diverse appartenenti alle stesse multinazionali. Troppo spesso le multinazionali usano un sistema di prestiti, teoricamente per sostenere gli investimenti, in realtà per evitare di pagare le tasse.