Brexit, Pittella e Gualtieri: dai negoziati progressi insufficienti per avviare i colloqui sulle future relazioni

Dopo l’ultimo round di negoziati tra l’UE a 27 e il Regno Unito sulla Brexit, il presidente del gruppo S&D Gianni Pittella e il negoziatore del gruppo Roberto Gualtieri dichiarano:

“I progressi fatti nel quarto round di negoziati non sono ancora sufficienti per avviare i colloqui sulle future relazioni. Riconosciamo una dinamica più positiva e alcuni piccoli passi avanti. Tuttavia, il messaggio del Parlamento al Consiglio è chiaro: senza una reale svolta in linea con la posizione del Parlamento sugli accordi per l’uscita del Regno Unito dall’Ue, il Consiglio deve posticipare fino a dicembre la decisione sull’avvio dei colloqui sulle future relazioni.

“Le recenti e più costruttive parole di Theresa May nel suo discorso di Firenze non sono state ancora tradotte in proposte concrete. Abbiamo fatto progressi positivi sugli effetti diretti e il lavoro sull’Irlanda è stato avviato, ma la strada è ancora lunga per concludere davvero il primo stadio dei colloqui. Questo è particolarmente vero per la questione finanziaria, su cui il Regno Unito non ha ancora dato una risposta chiara a una domanda ben precisa. L’accordo finanziario deve essere parte dell’accordo generale sulla Brexit e non va legato al tema delle future relazioni tra Londra e il resto dell’Europa. Su questo, parliamo chiaro: non si puo’ ‘comprare’ l’accesso al mercato unico attraverso concessioni sull’accordo finanziario. Un compromesso non è possibile su questo. Ogni impegno preso dai 28 Stati membri deve essere onorato da tutti i 28 paesi.

“Sulla questione delicatissima dei confini irlandesi, siamo impegnati a trovare la migliore soluzione per preservare l’accordo del Venerdi’ Santo. Anche qui, stiamo attendendo proposte concrete da parte britannica su come conciliare la promessa di Londra di non costruire alcuna infrastruttura fisica divisoria al confine con il restare fuori dal mercato unico e dall’unione doganale.

“Infine, sui diritti dei cittadini, vogliamo ribadire l’assoluta necessità di incorporare negli accordi l’intero pacchetto di diritti di cui attualmente i cittadini possono godere, siano essi cittadini Ue nel Regno Unito, cittadini britannici in uno dei 27 Stati Ue, loro famigliari o i figli di queste persone che nasceranno a Brexit avvenuta. Siamo profondamente preoccupati dai carichi amministrativi sui cittadini Ue che lasceranno il Regno Unito e dai casi di discriminazione che stanno patendo. Vogliamo, chiaramente, che anche i cittadini britannici che risiedono nell’Ue siano trattati equamente e in piena conformità con la legge Ue.

“Evitare disagi e ansie a cittadini e imprese è sempre stata la principale preoccupazione del gruppo S&D al Parlamento europeo. La proposta di una fase transitoria è positiva, purché con chiari limiti temporali e nel quadro delle norme Ue, della piena applicazione delle quattro libertà e della giurisdizione della Corte europea di giustizia”.