Dieselgate; Paolucci (Pd), vuoto normativo non ne impedisce ripetizione

“Oggi abbiamo compiuto in Europa passi in avanti importanti, con risvolti inediti, per fare piena luce sullo scandalo delle emissioni inquinanti Volkswagen, vicenda nota all'opinione pubblica sotto il nome di Dieselgate. L'inchiesta avviata dalla Commissione speciale del Parlamento europeo sta portando alla luce problemi inaspettati in materia di controllo delle emissioni inquinanti. In Commissione, Vicente Franco, il tecnico che per conto dell'organizzazione indipendente americana Icct ha realizzato lo studio da cui è partito il Dieselgate, rispondendo alle domande che gli ho posto, non solo ha confermato punto per punto i risultati della ricerca, ma ha anche spiegato come esista un pericoloso vuoto normativo nella legislazione europea che non impedirebbe il ripetersi di una vicenda simile”, ha affermato il vice capodelegazione del Pd al Parlamento europeo Massimo Paolucci, componente della Commissione d'inchiesta per la misurazione delle emissioni nel settore automobilistico.
“Dai risultati delle ricerche viene infatti a galla che i controlli sulle emissioni sono stati aggirati grazie alla manomissione degli stessi dispositivi tecnici, le centraline elettroniche, che avrebbero dovuto, in primo luogo, ridurre i gas inquinanti. Gli attuali sistemi di rilevazione previsti dalla normativa europea non consentono con certezza di certificare la manomissione delle centraline. Si tratta di uno degli aspetti su cui l'Ue e gli Stati membri dovranno necessariamente intervenire per evitare il ripetersi di un simile problema. Col nostro lavoro vogliamo dare un concreto contributo a voltare pagina nei controlli delle emissioni, garantendo più trasparenza e più sicurezza per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente”, conclude Paolucci.

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