Dopo mesi d’interferenza politica sui media e sulla magistratura, il Gruppo S&D ha chiesto urgentemente alla Slovenia di cambiare rotta e dare l’esempio in materia di rispetto dello Stato di diritto.

In una relazione sullo Stato di diritto in Slovenia, per la prima volta nella storia del Parlamento gli eurodeputati hanno posto gravi rimostranze nei confronti della presidenza del Consiglio in carica. La relazione giunge a seguito dell’episodio della delegazione dell’Europarlamento accolta da aule vuote durante la visita in Slovenia e l’ostilità del primo ministro espressa platealmente online. Le tattiche dilatorie e l’interferenza politica del governo nel processo di nomina dell’Ufficio della Procura europea, tracciate nella relazione votata oggi, sono motivo di grave preoccupazione tra gli eurodeputati.

Per il Gruppo S&D è avvilente vedere il gruppo del PPE nascondere ancora una volta la testa sotto la sabbia quando si tratta di Stato di diritto e anteporre gli interessi dei propri alleati politici a quelli dei cittadini europei.

Cyrus Engerer, negoziatore S&D sulla relazione dello Stato di diritto in Slovenia, ha dichiarato:

“Siamo chiamati a dare l’esempio e a portare alti i valori dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Oggi come deputati dell’Assemblea dobbiamo dichiarare la nostra posizione sull’atteggiamento e sulla situazione del Paese che a oggi presiede il Consiglio dell’Unione europea.

“L’ottobre scorso una delegazione dell’Europarlamento ha visitato la Slovenia per conoscere di prima mano l’ostilità e il senso di sfiducia che serpeggia sia tra il grande pubblico, sia tra gli organi istituzionali. Questo si può osservare anche nel modo in cui il governo si è mostrato indisponibile, ritardando di fatto la nomina dell’Ufficio della Procura europea, che implica anche un’interferenza sulla magistratura che oggi è ulteriore motivo di preoccupazione.

“Forti ingerenze si possono vedere nei confronti dei media e sulla libertà d’espressione attraverso campagne diffamatorie, calunnia e minacce che rischiano di compromettere irrimediabilmente l’indipendenza della stampa e degli altri organi pubblici.

“Dobbiamo proteggere e tenere alti i nostri valori”.

Birgitt Sippel, portavoce S&D su libertà civili, giustizia e affari interni, ha dichiarato:

“Gli sloveni non vogliono seguire la strada imboccata dal loro governo. Con le costanti minacce all’indipendenza dei media come l’agenzia di stampa nazionale e l’emittente nazionale RTV, e le ingerenze del governo nell’attività della magistratura e delle autorità giudiziarie, Janša rischia di mettere le persone nella posizione di non riuscire a cambiare le cose.

“Nel frattempo, i conservatori del Parlamento europeo stanno riprendendo vecchie cattive abitudini. Così come accaduto nel caso del partito di Orbán, Fidesz, il Gruppo del PPE non muove alcuna critica alla propria delegazione slovena per l’arretramento in materia di Stato di diritto, solo perché compagni di partito. Noi esortiamo il PPE di porsi dalla parte dei cittadini sloveni per fermare sul nascere un’altra possibile democrazia illiberale, che sarebbe un danno irreparabile per la nostra Unione”.

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Germania
Membro
Malta