I Socialisti e Democratici del Parlamento europeo accolgono positivamente la tempestiva proposta avanzata dalla Commissione europea per un impiego rapido e flessibile dei fondi di coesione nelle regioni Ue che forniscono assistenza alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Secondo il Gruppo S&D, le nostre regioni, e in particolare le regioni di confine, sono le prime ad accogliere i rifugiati dall’Ucraina e non possono essere lasciate senza aiuti adeguati nel fornire riparo e un luogo sicuro alle persone.

Rovana Plumb, eurodeputata e vicepresidente responsabile per le politiche di coesione, ha dichiarato:

“Aiutare coloro che fuggono dalla guerra dimostra che l’Ue non è solo un sistema di regole e d’istituzioni, bensì un’Unione con un cuore e dei valori, pronta a fornire aiuto e assistenza non solo ai nostri amici ucraini, ma anche alle regioni di confine che sono in primissima linea. Noi, in Romania, sappiamo molto bene quanto sia necessario il sostegno finanziario dell’Ue, ma altri stati di primo approdo come la Polonia o la Slovacchia, hanno ugualmente necessità di aiuto per affrontare la portata della crisi umanitaria.

“Mi congratulo con la Commissaria Elisa Ferreira per la tempestività e l’appropriatezza della risposta che la Politica di coesione sta restituendo alla crisi attraverso proposte legislative per un’Azione di coesione per i rifugiati in Europa (CARE). Una normativa è lo strumento legale più potente di cui disponiamo, perché è totalmente vincolante e direttamente applicabile in tutti gli stati membri. La possibilità di un 100% di cofinanziamento per rispondere a questa guerra terribile, l’uso di stanziamenti di pagamento dal periodo di programmazione 2014-2020 e da React-EU è il modo giusto di procedere”.

Constanze Krehl, eurodeputata e portavoce S&D nella commissione parlamentare sullo sviluppo regionale, ha commentato:

“Oggi l’Europa mostra ancora una volta solidarietà in una fase straordinaria. Per fare degli esempi, con CARE la politica di coesione aiuterà le regioni a costruire centri di accoglienza per i rifugiati, a dare riparo, a finanziare l’assistenza psicologica, permetterà ai bambini di andare a scuola. CARE prova che la politica di coesione può reinventare se stessa in una situazione di guerra e milioni di rifugiati in cerca di protezione. In caso di necessità l’Europa è in grado di trovare soluzioni fuori dagli schemi”.

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