I Socialisti e Democratici condannano la decisione delle autorità russe di includere EED, il Fondo europeo per la democrazia, nella lista delle organizzazioni indesiderate, ponendo quest’organizzazione indipendente per la concessione di sovvenzioni al 20° posto fra quelle di origine straniera che subiscono limitazioni per il lavoro che svolgono nel Paese.

La responsabile S&D per gli affari esteri, la vicepresidente Kati Piri, ha dichiarato:

“La decisione assunta dalle autorità russe di bandire le attività finanziate dal Fondo europeo per la democrazia (European Endowment for Democracy) sul proprio territorio nazionale, a meno di una settimana dalla proposta di emendare la costituzione per consentire al presidente Putin di rimanere in carica fino al 2036, è un altro colpo di spugna a qualsiasi speranza di democrazia nella Federazione russa, che continua a scivolare inesorabilmente verso il più sfacciato autoritarismo.  Noi siamo solidali con tutte quelle voci che lavorano incessantemente per la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani nella Federazione Russa ed esortiamo le autorità russe a onorare i propri impegni e obbligazioni internazionali, e a tornare sulla decisione di includere il Fondo europeo per la democrazia nella lista delle organizzazioni indesiderate”.

Isabel Santos, eurodeputata S&D e portavoce per i diritti umani, ha aggiunto:

“Abbiamo condannato in più occasioni la legislazione russa sulle organizzazioni indesiderate e le agenzie straniere, come una chiara limitazione della libertà e della democrazia. Questa legge contribuisce a limitare lo spazio di manovra della società civile, dei media indipendenti e dei partiti d’opposizione”.

Nota agli editori:

Nel 2013 l’Unione europea fondò l’EED, con base a Bruxelles, per sostenere i movimenti per la democrazia e i mezzi d’informazione indipendente fuori dai propri confini.

La decisione di bandire l’EED dal territorio russo si aggiunge alla legge del 2015 con la quale si consentì ai pubblici ministeri di limitare o bloccare il lavoro di gruppi o agenzie straniere indesiderate, e di punire coloro che violino queste misure con sanzioni amministrative o la reclusione fino a sei anni. Il provvedimento amplia quello del 2012 con il quale la Russia bandiva le agenzie straniere, che contiene anche un emendamento del 2017 che andava colpivano i mezzi d’informazione di origine straniera e uno del 2019 rivolto a giornalisti e blogger.

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