Su iniziativa dei Socialisti e Democratici, il Parlamento europeo oggi vota una risoluzione che condanna il sistema dei lavori forzati del governo cinese. Vi sono prove attendibili che dimostrerebbero che centinaia di migliaia di Uyghur, e altre minoranze, siano tenuti prigionieri in campi di detenzione o utilizzati come manodopera ai lavori forzati nelle fabbriche, con l’inaccettabile coinvolgimento di note imprese e marchi europei.

 

Per il Gruppo S&D, la persecuzione a danno degli Uyghur rappresenta un crimine contro l’umanità che deve essere fermato e punito. I prodotti che violano le leggi sui diritti umani, a qualsiasi stadio delle catene di produzione e distribuzione, dovrebbero essere banditi in virtù della nuova legislazione in materia di due diligence. S&D ha anche sollecitato il governo cinese a ratificare immediatamente la convenzione internazionale contro i lavori forzati.

 

La vicepresidente S&D responsabile per gli affari esteri e negoziatrice della risoluzione, Kati Piri, è intervenuta prima del voto dichiarando:

 

“Le atrocità perpetrate dallo stato cinese nei confronti della popolazione Uyghur e altre minoranze musulmane della regione dello Xinjiang, quasi non trovano paragoni nel mondo contemporaneo. Stiamo parlando di tortura, separazioni forzate, sorveglianza digitale e sterilizzazione forzata delle donne Uyghur. Dei dieci milioni di Uyghur che popolano lo Xinjiang, più di un milione sono detenuti in campi d’internamento. Novecentomila bambini sono stati strappati alle famiglie e rinchiusi in orfanotrofi. Siamo chiari: lo stato cinese si sta macchiando di crimini contro l’umanità.

 

“È assolutamente inaccettabile che delle compagnie europee siano complici. Più di mezzo milione di Uyghur sono utilizzati come manodopera ai lavori forzati per raccogliere il cotone di cui sono fatti i nostri vestiti. Questa è schiavitù e va punita.

 

“L’Ue deve ricorrere immediatamente all’impiego del sistema di sanzioni adottato recentemente, contro chi viola i diritti umani. I funzionari cinesi e le aziende di proprietà o controllate dallo stato, responsabili dei lavori forzati, delle detenzioni di massa e delle repressioni, devono essere subito inseriti nella lista delle sanzioni.

 

“Nei nostri negozi in Europa non c’è spazio per merce prodotta col lavoro forzato degli Uyghur. Qualsiasi prodotto derivi da una violazione dei diritti umani, a qualsiasi stadio della filiera, deve essere bandito in conformità con la nuova legge Ue sulla dovuta diligenza”.

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