S&D al Commissario Várhelyi: nessuna scorciatoia sullo Stato di diritto per i Paesi candidati

western balkans flags

Oggi, in seguito alla presentazione del pacchetto di allargamento 2021 da parte del Commissario per il vicinato e l’allargamento Olivér Várhelyi, il Gruppo S&D ha riaffermato il proprio saldo impegno per dare una prospettiva credibile a tutti i Paesi dei Balcani Occidentali e ha criticato gli stati membri Ue per non aver ancora avviato i negoziati di accesso con la Macedonia del Nord e l’Albania. Anche il Commissario Várhelyi è stato oggetto di critica per aver minimizzato le criticità in materia di Stato di diritto e diritti umani nei Paesi candidati, come riportato dai media. I Socialisti e Democratici insistono sul fatto che tutti i Paesi che aspirino a unirsi all’Ue debbano rispettare i diritti fondamentali e lo Stato di diritto, difendere la libertà dell’informazione e combattere la corruzione.

Tonino Picula, eurodeputato S&D e coordinatore per gli affari esteri e relatore dell’Europarlamento sull’allargamento ai Balcani Occidentali, ha dichiarato:

“I Socialisti e Democratici rimangono la voce più attendibile di quest’Assemblea per l’allargamento. Siamo rimasti molto delusi dal risultato del vertice dei Balcani Occidentali in Slovenia e dell’inerzia degli stati membri. Il pacchetto finanziario era interessante, ma abbiamo bisogno di maggiori garanzie e impegno politico. L’Ue deve essere all’altezza dei propri impegni e preservare la propria credibilità. Dobbiamo tener fede ai nostri impegni politici con la Macedonia del Nord e l’Albania e avviare immediatamente i negoziati di accesso con questi due Paesi, e dare concretezza a un sistema senza visti per il Kosovo.

“In qualità di relatore del Parlamento europeo per il Montenegro, temo per il generale rallentamento del processo europeo d’integrazione. Qualsiasi evento possa essere strumentalizzato o interpretato come motivo per acuire le tensioni politiche esistenti e la polarizzazione va accuratamente evitato. Anche la Bosnia ed Erzegovina deve superare il proprio lungo stallo politico per avviare un percorso credibile d’integrazione europea.

“Ma così come è chiaro che noi sosteniamo l’allargamento, deve essere altrettanto chiaro che non scenderemo mai a compromessi quando si parla di democrazia e Stato di diritto. I rapporti curati dal Commissario Várhelyi sono preoccupanti perché mostrano una minimizzazione dei punti nevralgici in materia di Stato di diritto, soprattutto in Serbia. Questo non solo mette in discussione la credibilità dell’Unione europea nell’intera regione, ma gioca a favore di coloro che vorrebbero interrompere il processo di allargamento dell’Ue”.

Isabel Santos, eurodeputata S&D e relatrice del Parlamento europeo sull’Albania, ha commentato:

“L’Unione europea deve mantenere la parola e procedere con i negoziati di accesso con l’Albania e la Macedonia del Nord. Entrambe hanno realizzato tutto ciò che era stato richiesto ed è inaccettabile che sia loro negato qualsiasi progresso nel processo d’adesione. Stiamo facendo una brutta figura e deludendo le persone di questi Paesi, che sono fermamente pro europei, e rischiamo di perdere la buona volontà verso l’Ue nella regione.

“Lo Stato di diritto e la democrazia sono pilastri dell’Unione europea e ogni tentativo di screditarne l’importanza o minimizzare gli attacchi a questi due valori fondamentali non può essere tollerato, sia nei Paesi candidati, sia negli stati membri. Da un membro della Commissione europeo ci aspettiamo che difenda questi valori al di sopra di qualsiasi altro interesse”.

Nacho Sánchez Amor, eurodeputato S&D e relatore del Parlamento sulla Turchia, ha aggiunto:

“Negli ultimi mesi vi sono stati dei miglioramenti nelle relazioni tra Ue e Turchia, un allentamento delle tensioni e una ripresa del dialogo su diversi temi. Tuttavia, così come vediamo nel rapporto della Commissione presentato oggi, tutto ciò non si è tradotto in alcun progresso in termini di riforme e politiche.

“In particolare, l’arretramento sulle libertà fondamentali e sullo Stato di diritto non è stato affrontato minimamente dalle autorità turche, che continuano a ignorare le sentenze della Corte europea dei diritti umani sui casi Kavala e Demirtas, il che è in contraddizione con le dichiarazioni di Ankara di volersi riavvicinare all’Ue. Se non vi sono miglioramenti tangibili in questa sfera, è impensabile qualsiasi agenda positiva nelle nostre relazioni”.

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