Non permettiamo agli etno-nazionalisti di giocare col fuoco in Bosnia ed Erzegovina. L’Ue deve essere più attiva per preservare l’integrità territoriale del Paese

Bosnia and Herzegovina flag

I Socialisti e Democratici oggi in plenaria suoneranno un campanello d’allarme e chiederanno un ruolo più forte dell’Ue per proteggere l’integrità territoriale della Bosnia ed Erzegovina. Questo Paese multietnico versa in una profonda crisi politica, che potrebbe persino portarlo all’implosione.

Nel portare avanti un’agenda separatista, Milorad Dodik, leader di Republika Srpska, un’entità politica quasi esclusivamente serba, non solo ha annullato la decisione di criminalizzare la negazione del genocidio, ma sta boicottando le istituzioni federali da settimane e ha steso un piano dettagliato per creare istituzioni parallele, compreso un esercito. Questo confligge totalmente con l’Accordo di pace di Dayton che pose fine alla guerra venticinque anni fa.

Nel suo intervento prima del dibattito, il vicepresidente S&D Pedro Marques ha dichiarato:

“Un quarto di secolo dopo la guerra civile che ha causato la morte di centomila persone, la Bosnia ed Erzegovina è sull’orlo del collasso. Il leader serbo bosniaco separatista e negazionista del genocidio, Milorad Dodik, sta minacciando di separare la Republika Srpska dalla Bosnia ed Erzegovina. Tutto questo potrebbe riportare il Paese alle violenze degli anni Novanta, uno scenario che dobbiamo scongiurare.

“Devo ammettere che fino ad ora, l’Unione europea non ha ancora fatto abbastanza per placare questa crisi. Al contrario, vediamo leader con inclinazioni autoritarie come Viktor Orbán o Janez Janša incontrare e recarsi in visita da Dodik come segno di sostegno per le sue posizioni nazionalistiche. Stanno giocando col fuoco e questo è inaccettabile.

“L’Unione europea non può rimanere silente, deve giocare un ruolo più forte e utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, pressioni e sanzioni per preservare l’integrità territoriale della Bosnia. Come Socialisti e Democratici noi riaffermiamo il nostro appoggio alla sovranità, all’integrità territoriale e all’indipendenza della Bosnia ed Erzegovina, così come al suo futuro all’interno dell’Ue”.

Dietmar Köster, eurodeputato S&D e relatore ombra sulla Bosnia ed Erzegovina, ha aggiunto:

“Sono di ritorno da una missione esplorativa a Sarajevo. Le tensioni sono enormi. Non c’è dubbio che la Bosnia ed Erzegovina versi nella peggior crisi politica dagli Accordi di pace di Dayton e l’unico responsabile è Milorad Dodik. Il suo scopo è smantellare le istituzioni statali della Bosnia ed Erzegovina e creare un proprio esercito, una propria magistratura e un sistema di tassazione indiretto per la Republika Srpska.

“Ciò che è peggio è la forte delusione della popolazione della Bosnia ed Erzegovina nei confronti dell’Ue. La fiducia nell’Ue è in caduta libera e i cittadini si aspettano azioni molto più concrete per stabilizzare il Paese. L’Ue deve rafforzare un approccio democratico in cui tutti, a prescindere dall’estrazione etnica, godano effettivamente degli stessi diritti. La società civile deve essere coinvolta nel processo di cambiamento, specialmente nelle riforme istituzionali ed elettorali, a maggior ragione in vista dell’importanza delle elezioni dell’anno prossimo. Dobbiamo sostenere la Bosnia ed Erzegovina nell’organizzazione di elezioni libere, giuste ed eque.

“Una secessione pianificata dalla classe politica di Republika Srpska è inaccettabile. Per sostenere la sovranità e l’integrità territoriale dello stato, e la solidità dei valori e della democrazia, l’Ue dovrebbe imporre sanzioni mirate sulla classe politica di Republika Srpksa."

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