Prima dell’incontro dei ministri degli interni Ue di venerdì, il Gruppo S&D ha lanciato un appello per un tempestivo ritorno alla libera circolazione nell’Area Schengen e per una strategia europea che ponga fine alla chiusura delle frontiere e coordini la rimozione dei controlli ingiustificati dei confini interni.

In una relazione sull’area Schengen in seguito alla diffusione del COVID-19, che sarà posta al voto nella giornata di oggi, la commissione libertà civili, giustizia e affari interni chiederà una discussione urgente tra il Consiglio, la Commissione e il Parlamento per un piano di ripresa e rilancio del sistema Schengen.

Dopo le reazioni caotiche dei governi europei alla deflagrazione della pandemia, gli eurodeputati S&D desiderano una strategia europea di uscita dalla crisi, che veda la Commissione europea assumere un ruolo di maggior coordinamento nella salvaguardia dell’area Schengen senza confini interni.

Juan Fernando Lopez Aguilar, presidente della commissione libertà civili, giustizia e affari interni, ha dichiarato:

“L’area Schengen è una delle maggiori conquiste dell’Unione europea, caratterizzata dall’assenza di restrizioni di circolazione e di viaggio, un beneficio importante sia per i cittadini europei, sia per le imprese. L’incubo della pandemia rischia d’infrangere il sogno di un’Europa senza confini.

“Quando eravamo agli esordi dell’esplosione del virus, non v’è stato alcuno sforzo per coordinare una risposta europea di controllo dei confini nell’area Schengen, una misura che deve essere proporzionata, applicata per un periodo limitato nel tempo seguendo criteri oggettivi e solo come extrema ratio.

“Ora che la pandemia sembra aver rallentato in Europa, dobbiamo essere chiari: la libertà di viaggio e circolazione deve essere ripristinata nel modo più sicuro possibile. Dobbiamo restituire urgentemente una risposta europea. Semplicemente non possiamo permetterci di affrontare il declino o peggio la morte dell’area Schengen. Senza un sistema Schengen funzionale non ci sarà né una ripresa, né un futuro promettente per l’Europa”.

Tanja Fajon, membro del Gruppo S&D e presidente del gruppo di lavoro LIBE sull’analisi del sistema Schengen, ha aggiunto:

“L’area Schengen versa in condizioni precarie a causa del COVID-19. Fermare la diffusione dei contagi e restringere la libertà di movimento ha richiesto e richiede un delicato equilibrio. Tuttavia, la mancanza inziale di coordinamento e le giustificazioni insufficienti fornite dagli stati membri sulle misure adottate, pongono il funzionamento del meccanismo di Schengen a serio rischio.

“Guardando avanti, la Commissione, in qualità di garante dei trattati, deve assumere ruolo di coordinatrice delle misure da adottare ai confini, per evitare che si vengano a creare situazioni di fatto che esulano dalla cornice delle convenzioni dell’Unione, e per garantire il rispetto del diritto di libera circolazione delle persone e salvaguardare il principio di non discriminazione.

“È fondamentale che gli stati membri abbiano maggior fiducia gli uni negli altri, e allo stesso tempo dobbiamo assicurarci che la Commissione europea sia in grado di prendere le redini di una risposta efficace quando si tratta di tutelare un’area Schengen così come l’abbiamo conosciuta fino al momento dello scoppio della pandemia”.

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