Ieri sera, i negoziatori del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, hanno raggiunto un accordo preliminare sulle nuove regole che garantiranno maggior protezione nell’UE ai cosiddetti whistleblowers*, gli informatori.  

Queste proposte, che il Gruppo S&D caldeggiava da tempo, erano già state avanzate in corso d’anno dal Vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. È la prima volta che in Europa si approvano regole di protezione degli informatori di respiro così ampio. 

Virginie Rozière, eurodeputata e negoziatrice S&D per la protezione degli informatori, ha commentato: 

“Nel portare allo scoperto accordi fiscali equivoci tra i governi e le grandi multinazionali o nel rendere noto come le campagne politiche manipolino gli elettori grazie a profilazioni basate sui Big Data, negli ultimi anni gli informatori hanno giocato un ruolo cruciale di controllo dei poteri forti. Spesso però, per aver fatto la cosa giusta, sono stati bersaglio di persecuzioni, anche criminali, o di pesanti ripercussioni professionali. Ieri sera abbiamo raggiunto un accordo importante a difesa degli informatori, ovunque essi si trovino all’interno dell’UE. 

“Non è stato semplice; abbiamo dovuto superare una forte opposizione da parte di alcuni governi nazionali e dei gruppi politici di destra. Tuttavia, ciò che siamo riusciti ad ottenere rappresenta un miglioramento rilevante. Da ora in avanti, gli informatori saranno messi nelle condizioni di trasferire le informazioni su pratiche e attività scorrette, sia tramite un canale interno all’organizzazione di cui fanno parte, sia direttamente a un organismo esterno. Questo è un punto vitale per noi, perché è evidente che in alcune circostanze, fornire informazioni riservate e sensibili passando per la propria organizzazione, non è il modo più appropriato di procedere. 

“C’è una nota di delusione, perché l’accordo non prende in considerazione anche i diritti sociali, ma abbiamo inserito una clausola di revisione, in modo tale che la Commissione europea rivaluti la proposta nel complesso, per ampliare le finalità dell’accordo. Ci siamo anche assicurati che i contenuti della proposta fossero assunti come standard minimi, suscettibili di miglioramento e rafforzamento da parte degli stati membri. 

“Ora sta ai governi nazionali approvare queste nuove regole, senza ulteriori ritardi, per far sì che coloro che denunciano casi di corruzione o pratiche opache e illegali, siano adeguatamente protetti ovunque si trovino in Europa”. 

 

Nota agli editori 

*Whistleblowers, è un termine inglese e più propriamente americano traducibile come “informatori”, che identifica coloro che denunciano attività scorrette, fraudolente e illecite praticate all’interno di organizzazioni o aziende pubbliche o private, e persino dai governi.