I Socialisti e Democratici oggi hanno appoggiato una risoluzione per esercitare pressione sulla Commissione europea affinché non eroghi i fondi per la ripresa alla Polonia fino a quando non avrà soddisfatto le condizioni poste sull’indipendenza della magistratura. In particolare, il testo pone l’accento sull’applicazione di tutte le sentenze rilevanti emesse dalla Corte di giustizia dell’Unione europea e dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo.

S&D insiste sulla necessità di cambiamenti sostanziali, non solo di facciata, per un’adeguata applicazione delle sentenze. Così come stabilito dalla Corte europea di giustizia, la sezione disciplinare va abolita e non solo rinominata. Ogni giudice che abbia subito pressioni e sia stato sospeso o destituito in modo illegittimo dalla sezione disciplinare, deve poter tornare al più presto all’esercizio delle proprie funzioni.

La risoluzione esorta la Commissione a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, compreso il meccanismo di condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto e le procedure d’infrazione, per difendere lo Stato di diritto in Polonia. Più in specifico, la Commissione deve avviare la procedura d’infrazione per quanto concerne un Consiglio nazionale della magistratura altamente politicizzato affinché sia radicalmente riformato.

Eider Gardiazabal Rubial, portavoce S&D nella commissione dell’Europarlamento sul bilancio, ha commentato:

“Ci sono voluti tredici mesi alla Commissione europea per approvare il Piano di ripresa polacco. Già questo è sufficiente a giustificare i profondi dubbi che nutriamo su questo piano, e a oggi ancora non è in linea con alcuni requisiti molto concreti. Vogliamo essere chiari: senza la soddisfazione di questi requisiti non un singolo euro alla Polonia.

“La Polonia ha bisogno dei fondi per la ripresa, ma i valori dell’Unione europea, compreso lo Stato di diritto, sono pietre angolari della democrazia e, in quanto tali, non sono negoziabili. La Commissione, in qualità di garante del Trattato, deve assicurarsi che la legge europea e le decisioni assunte dalla Corte di giustizia europea siano rispettate. L’Europarlamento e in particolare il nostro Gruppo, saranno molto attenti e vigili su questo aspetto ”.

Birgit Sippel, coordinatrice S&D in commissione libertà civili, giustizia e affari interni, ha aggiunto:

“Il governo polacco è impegnato da anni in un’operazione di smantellamento della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali nel suo stesso Paese. Purtroppo, v’è stata una certa inerzia da parte della Commissione guidata da von der Leyen nel bloccare il PiS. Approvare il piano di ripresa polacco è un’altra occasione persa per esercitare le dovute pressioni su Varsavia. La presidente von der Leyen ha persino ignorato il parere di due dei suoi vicepresidenti e di altri tre commissari che hanno espresso delle critiche in questo senso, creando un precedente pericoloso.

“Sì, la Polonia ha bisogno di sostegno finanziario per accogliere e ospitare i profughi dall’Ucraina. Per questo ha ricevuto fondi specifici dallo strumento per la gestione dei confini e l’accoglienza dei rifugiati. A questo punto la domanda più importante da porci è: quanto seriamente concepiamo la democrazia e lo Stato di diritto?”.

Note:

La settimana scorsa la Commissione europea ha annunciato un accordo col governo polacco sul piano di ripresa della Polonia, grazie al quale potrebbe ricevere trentasei miliardi di euro in fondi per la ripresa post-pandemia. Di norma, le risorse sono erogate in diverse soluzioni, a condizione che gli stati rispettino una serie di condizioni, le cosiddette milestones and targets, M&T. Nel caso della Polonia riguardano lo smantellamento della sezione disciplinare per i giudici, la riforma del sistema giudiziario e la riabilitazione dei giudici sospesi o destituiti dai loro incarichi.

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