Per i Socialisti e Democratici, le contromisure adottate da Pechino nei confronti d’individui ed enti europei, compresi gli europarlamentari S&D Raphaël Glucksmann e la sottocommissione parlamentare sui diritti umani, sono totalmente inaccettabili e vanno rimosse immediatamente.

Oggi in plenaria, i Socialisti e Democratici esprimeranno la loro totale solidarietà a tutti i membri sanzionati e chiederanno che l’Europarlamento interrompa le procedure dell’Accordo sugli investimenti Ue-Cina (CAI) fino a che rimarranno in essere le sanzioni imposte ai nostri colleghi.

Raphaël Glucksmann, presidente della commissione speciale per le interferenze estere (INGE), prima dell’apertura della sessione plenaria ha dichiarato:

“Il regime cinese sta commettendo un crimine contro l’umanità. Le sanzioni Ue hanno come obiettivo criminali ed entità responsabili di atrocità perpetrate in modo sistematico contro la minoranza Uyghur. Le contromisure cinesi invece rappresentano un attacco alle istituzioni democratiche europee. Pechino sta cercando d’imporre le proprie regole al nostro processo decisionale. In questo contesto, e fino a quando le sanzioni imposte alle istituzioni europee, a qualsiasi loro espressione o ai loro rappresentanti eletti, noi rifiutiamo di discutere alcun accordo sugli investimenti tra l’Ue e la Cina.

“Ora è chiaro che il regime cinese non si considera vincolato da alcun trattato internazionale o impegno contrattuale. L’Ue deve agire di conseguenza e usare la propria forza di mercato per imporre costi economici alle ripetute violazioni cinesi dei diritti fondamentali e delle leggi internazionali. È tempo di difendere i nostri principi e proteggere i nostri interessi strategici”.

Inmaculada Rodríguez Piñero, europarlamentare S&D responsabile per l’Accordo sugli investimenti Ue-Cina, ha dichiarato:

“Il Gruppo S&D saluta il primo provvedimento del Meccanismo europeo contro alcune autorità cinesi per le violazioni dei diritti umani di marzo. Noi riconosciamo il coraggio del Consiglio Ue e sosteniamo l’Alto Rappresentante Josep Borrell, che ci condurrà attraverso questa nuova fase delle relazioni con la Cina.

“La risposta della Cina alle sanzioni Ue sulle violazioni dei diritti umani era una vendetta nei confronti del Parlamento europeo. A suffragio della piena solidarietà ai nostri colleghi sanzionati e del rispetto che riserviamo alle istituzioni democratiche, affermiamo la nostra richiesta di mettere in stand-by l’accordo Ue-Cina sugli investimenti fino a quando sussisteranno le sanzioni nei confronti dei membri di quest’Assemblea. La Cina ha puntato al cuore della democrazia europea, ma noi non ci faremo mettere a tacere, né ci faremo intimidire.

“Non vogliamo comprare o vendere merci prodotte in condizioni di violazione dei diritti umani fondamentali. Per questa ragione stiamo lavorando per consegnare all’Ue dei nuovi strumenti, come una due diligence obbligatoria, per vietare le merci prodotte con lo sfruttamento dei lavori forzati. La Cina è un partner commerciale essenziale e un attore chiave per combattere l’emergenza climatica, ma l’Ue non potrà normalizzare le proprie relazioni con la Cina fino a quando non riuscirà ad apprezzare dei progressi significativi nel rispetto dei diritti umani e la fine dei lavori forzati”.

Note:

In seguito alle misure restrittive del 22 marzo, imposte dall’Ue ai funzionari cinesi per la detenzione arbitraria di massa degli Uyghur nello Xinjiang, la Cina ha risposto con delle sanzioni nei confronti di dieci persone, tra cui membri del Parlamento europeo, diplomatici e accademici europei. Cinque dei deputati sulla lista sono Reinhard Bütikofer, Michael Gahler, Raphaël Glucksmann, Ilhan Kyuchyuk e Miriam Lexmann. Anche la sottocommissione sui diritti umani del Parlamento europeo e la Commissione politica e sicurezza del Consiglio europeo sono oggetto di sanzioni.  

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Spagna
Capo delegazione
Membro
Francia
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