Il Parlamento europeo oggi ha votato a favore di un ampliamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. L’ampliamento implica anche la creazione di corpi permanenti formati da 10.000 unità di personale operativo per una miglior gestione dei confini esterni dell’Unione.

 

Peter Niedermuller, eurodeputato S&D per il Parlamento che ha negoziato le nuove norme, ha dichiarato:

“È ormai chiaro da anni che l’Unione europea ha bisogno di un approccio più integrato per gestire i propri confini esterni. La Guardia europea di frontiera e costiera riveste un ruolo importante, in quanto supporta e coadiuva il coordinamento del lavoro degli stati membri. Con il potenziamento dell’Agenzia, l’abbiamo dotata anche delle risorse finanziarie, del personale e dei poteri per svolgere il proprio compito in maniera più efficace. La massima priorità dell’Agenzia è supportare gli stati membri nel prevenire altre morti nel Mediterraneo.

“I nuovi poteri che le sono stati assegnati, comportano l’assunzione di nuove responsabilità. Il nostro Gruppo ha esercitato pressioni affinché si garantisse un livello più alto di trasparenza e responsabilità e non le fossero assegnati compiti che esulassero dalle sue competenze. Ci siamo assicurati che non fosse coinvolta nelle operazioni di rimpatrio di persone da un Paese terzo a un altro Paese terzo, idea caldeggiata dai gruppi di destra in Parlamento, pericolosa e discutibile dal punto di vista legale, che abbiamo fatto in modo di evitare.

 

Birgit Sippel, portavoce S&D per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni ha aggiunto:

“L’area di libera circolazione di Schengen, che prevede la possibilità di viaggiare senza passaporto, è una delle maggiori conquiste dell’Unione europea e un simbolo di un’Europa unita, ma affinché funzioni in modo adeguato dobbiamo gestire meglio i nostri confini esterni. Non si tratta di un tema che coinvolge solo i governi nazionali, ma di qualcosa che investe tutti i cittadini europei. A queste nuove proposte deve corrispondere anche la fine dei controlli dei confini interni dell’UE applicati da alcuni stati membri, che dovevano rappresentare una misura solamente temporanea.

“La nostra strategia sulla migrazione deve essere fondata sul pieno rispetto dei diritti fondamentali delle persone che giungono in Europa. Abbiamo lottato duramente per potenziare il ruolo del Garante dei diritti fondamentali, responsabile di garantire il rispetto dei diritti dei migranti. Abbiamo fatto sì che gli fosse assegnato un presupposto finanziario adeguato e il personale necessario allo svolgimento del proprio ruolo.

“Mettere in sicurezza i confini europei è solo un aspetto di un processo che ci deve condurre a migliorare sostanzialmente la politica europea in materia di migrazione e asilo, che fino a questo momento ha mostrato limiti enormi. Le norme attuali fanno sì che gli stati di confine dell’Unione come Italia e Grecia, siano costretti a farsi carico da soli di buona parte delle richieste d’asilo, e permettono agli stati meno coinvolti dal punto di vista geografico di evitare le proprie responsabilità umanitarie. I governi nazionali devono adottare al più presto le proposte avanzate dalla Commissione e dal Parlamento europeo per un sistema più efficace ed equilibrato. Devono anche riconoscere che la dotazione finanziaria è un aspetto cruciale e che quindi, all’aumento di responsabilità per l’Agenzia europea di guardia di frontiera e costiera, dovrà corrispondere un maggior presupposto finanziario a bilancio per sostenerla”.

Eurodeputati coinvolti
Coordinatrice
Germania