Pittella: “Non è più accettabile la vergogna del dumping fiscale in Europa. Il gruppo S&D chiede alla Commissione di prendere in tempi rapidi delle misure rivoluzionarie”

“La credibilità di tutte le istituzioni europee è oggi a rischio. Chiediamo al presidente Juncker di prendere immediatamente delle misure concrete per regolare il tax ruling (il meccanismo degli accordi fiscali anticipati) e il dumping fiscale e per garantire una piena armonizzazione delle politiche sul fisco tra gli stati membri.

"Innanzitutto, chiediamo al presidente Juncker e alla sua Commissione di adottare una definizione chiara ed esauriente e un quadro comune di criteri per identificare i paradisi fiscali. La Commissione e gli stati membri devono astenersi dal finanziarie con fondi Ue quelle società che infrangono le normative fiscali.

"Attraverso la rendicontazione ‘paese per paese’, le multinazionali dovrebbero finalmente rendere note le informazioni relative allo stato in cui svolgono le attività, compresi i paradisi fiscali. E le tasse dovrebbero essere pagate nel paese in cui i profitti sono realizzati. Questo è ciò che ci attendiamo dalla Commissione e che noi chiediamo.

“E’ una vergogna che le imprese multinazionali non paghino le tasse laddove producono i loro profitti. Ed è anche una vergogna che i governi nazionali firmino accordi segreti con le imprese aiutandole a non pagare le tasse, producendo di conseguenza un dumping fiscale.

"E’ una vergogna, poi, che, nel quadro dell’austerity, mentre alla Grecia e ad altri stati membri è stato chiesto di applicare tagli notevoli alla spesa sociale, le multinazionali abbiano potuto, nello stesso periodo, eludere le tasse grazie alla cooperazione con altri governi europei.

“E quel che è peggio è che, in molti casi, nessuna legge o norma sia stata infranta. Non possiamo più permettere ciò. Juncker deve dimostrare la sua volontà di intraprendere una reale lotta al dumping fiscale. E’ questa l’unica strada per avere la forza e la legittimità necessarie per convincere gli stati membri ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini Ue. Gli europei attendono da noi delle risposte”.