La seconda parte delle proposte per il Pacchetto Mobilità presentato oggi dalla Commissione europea non incide a sufficienza sul problema delle emissioni di Co2 di auto e  furgoni. Lo dichiarano i Socialisti e Democratici al Parlamento europeo.

Il nuovo piano include un target di riduzione delle emissioni di Co2 per i veicoli passeggeri (auto e furgoni) del 15% entro il 2025 e del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2012.

 

La vicepresidente S&D per la sostenibilità, l’eurodeputata Kathleen Van Brempt, dichiara:

“Il target di riduzione del 15% entro il 2025 e del 30% entro il 2030 è assolutamente inaccettabile. Già nel 2013 il Parlamento europeo aveva raccomandato un ‘range indicativo’ di 68-78 g/km prima del 2025, che tradotto vuol dire una riduzione del 30%. Nella proposta della Commissione, questo 30% dovrà essere raggiunto solo dopo altri cinque anni rispetto a quanto chiedevamo allora.

“Se vogliamo restare su un percorso di decarbonizzazione realistico per la nostra economia entro il 2050, occorre un target di riduzione minimo del 40% entro il 2030, con un target obbligatorio intermedio per il 2024. E questo in vista di un aumento del volume di trasporto.

“Purtroppo, questa proposta arriva in una settimana cruciale, in cui il mondo si riunisce a Bonn per discutere di come attuare gli impegni concordati a Parigi due anni fa. Un vertice in cui noi dovremmo svolgere un ruolo di guida e di esempio. Senza target ambiziosi sulle emissioni di Co2 per il 2025 e il 2030, sarà più difficile per gli Stati membri raggiungere i target di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 previsti dal Regolamento sulla condivisione degli sforzi, cosi’ come per l’Ue sarà più complicato raggiungere gli obiettivi climatici.

“Dobbiamo imparare la lezione dello scandalo Dieselgate e avviare un chiaro percorso con incentivi per investire, trasformare e rendere ‘pulite’ le auto di oggi e del futuro, invece di dare loro standard più bassi.

“Contestiamo il fatto che i requisiti per i veicoli a zero emissioni (Zero-Emission Vehicles, ZEV) non garantiscano un livello minimo di auto ZEV (al contrario del sistema di quote crescenti a fase che era stato proposto dalla commissione d’inchiesta parlamentare sulle apparecchiature di misurazione delle emissioni nel settore automobilistico). Al posto di un sistema di quote, avremo una sorta di target indicativo e un sistema di bonus per le industrie che eccellono. La mancanza di certezza sulla condivisione minima di ZEV mina la sicurezza degli investimenti nella filiera delle batterie.

“Quando ne discuteremo al Parlamento europeo, il nostro gruppo farà il possibile per fare in modo che l’Europa e le sue industrie colgano le opportunità dell’attuale corsa alle auto elettriche e raggiungano Cina e California che già hanno fissato quote ambiziose di ZEV. E’ questa la strada che abbiamo davanti: competizione basata sull’innovazione”.

Eurodeputati coinvolti
Capo delegazione
Membro
Belgio