Una delegazione trasversale della sottocommissione Diritti umani del Parlamento europeo, guidata dall'eurodeputato David Martin, ha visitato Banjul dal 19 al 23 settembre 2016 per valutare la situazione politica in Gambia. Nella delegazione anche il portavoce del gruppo S&D per gli affari esteri,  Richard Howitt. La situazione nel Paese sta gravemente peggiorando in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 1 dicembre 2016, con un clima di paura dovuto agli arresti e alle detenzioni arbitrarie di oppositori politic, giornalisti e difensori dei diritti umani.

David Martin dichiara:

"Prendiamo nota dell'apparentemente buona preparazione tecnica della Commissione elettorale indipendente ma incoraggiamo la Commissione a riflettere su come migliorare gli spazi elettorali messi a disposizione di tutti i partiti politici e l'accesso ai media statali.

"Per aumentare le possibilità di libere e corrette elezioni, la delegazione chiede al governo gambiano di rilasciare tutti i contestatori arrestati per le proteste di aprile, incluso il leader dell'UDP, Ousainou Darboe, oltra a dare ai partiti di opposizione pieno accesso ai media pubblici e a condurre un'indagine indipendente sulla morte di Solo Sandeng".
 
Richard Howitt aggiunge:
 
"Accogliamo con favore le norme che vietano le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni con bambini in linea con gli impegni dell'Unione africana, anche se c'è ancora tanta strada da fare per la piena attuazione di questi impegni. Lo dimostra il fatto che siamo costretti a ribadire la nostra forte contrarietà alla penalizzazione dell'omosessualità e non saranno di certo dei timidi passi in avanti sui diritti sociali a compenssare le carenze sui fronte dei diritti civili e politici dei cittadini del Gambia.

"Inoltre, riconosciamo che il Gambia rappresenta uno dei principali paesi di provenienza dei rifugiati che arrivano in Europa attraverso l'Italia. E tra questi rifugiati c'è un alto numero di minori non accompagnati. Il fallimento nel promuovere lo sviluppo e i diritti umani fa pensare che ci siano al momento poche chance perché il Paese possa cambiare.

"E' ora che l'Europa vada oltre mere dichiarazioni sul Gambia e continui a stoppare qualsiasi aiuto finanziario al governo finché la situazione dei diritti umani non migliori. Piuttosto, si usi il Fondo fiduciario per l'Africa e il sostegno Ue alla società civile per aiutare a costruire quella democrazia che il Gambia e il suo popolo meritano”.

La delegazione ha incontrato anche deputati dell'ASsemblea nazionale, deputati dei partiti di opposizione inclusi il Women's Branch, i candidati presidenziali, organizzazioni delle società civile e sindacati.

I deputati hanno incontrato anche il Difensore civico, la Commissione africana sui diritti umani e la Commissione elettorale indipendente. Purtroppo, i rappresentanti del governo non hanno dato la loro disponibilità a eventuali incontri. La delegazione ha anche potuto vedere i risultati di progetti finanziati dall'Ue e rivolti al miglioramento economico delle donne e alla sensibilizzazione sui diritti dei bambini.