Le proposte della Commissione europea sulla trasparenza fiscale delle imprese, presentate oggi a Strasburgo, “sono positive, ma non bastano”, secondo gli eurodeputati S&D.

L’eurodeputata Evelyn Regner, portavoce del gruppo S&D per la commissione giuridica, ha detto:

“I Socialisti e Democratici si battono da tempo per assicurare che i profitti siano tassati nei paesi in cui sono realizzati. Dopo le pressioni del gruppo S&D, la Commissione la scorsa settimana ha migliorato la sua proposta. Ora progetta di garantire che le grandi aziende multinazionali non debbano rendere pubbliche le imposte versate nei soli paesi dell’Ue, ma anche in 'talune giurisdizioni fiscali elencate', per assicurare che non ricorrano a paradisi fiscali fuori dall’Ue. È un passo positivo nella giusta direzione. Ciò nondimeno, siamo favorevoli alla piena trasparenza. I criteri per questa blacklist di giurisdizioni sono fissati a un livello troppo elevato. È ora compito del Parlamento, in quanto colegislatore, migliorare ulteriormente la proposta della Commissione e combattere l’evasione fiscale.

“Le tasse devono essere pagate dove si generano i profitti, e le eccezioni devono essere molto limitate. La trasparenza fiscale delle imprese è una parte fondamentale della soluzione globale alla frode e all’elusione fiscali”.

L’eurodeputato S&D Sergio Cofferati, negoziatore del Parlamento europeo sulla direttiva “the Shareholder Rights”, ha aggiunto:

“È inoltre inaccettabile che anche dopo i Panama Papers la Commissione abbia deciso di limitare il campo di applicazione della sua proposta alle società con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. Riguarderebbe così meno di 2.000 compagnie nell’Ue. Un campo di applicazione così limitato indebolirebbe gravemente l’efficacia della misura nel contrastare l’evasione e l’elusione fiscali. Il Parlamento, sulla direttiva Shareholder Rights, aveva proposto un campo di applicazione più ampio e appropriato.

L’eurodeputata Elisa Ferreira, portavoce S&D sugli affari economici e monetari, e relatrice del Parlamento europeo sulla commissione speciale in materia fiscale, ha concluso:

“I Panama Papers hanno dimostrato ancora una volta la diffusione della frode fiscale e la complessità e l’immaginazione utilizzata per eludere il fisco. Chiediamo ai 28 governi dell’Ue di assumersi le proprie responsabilità e di andare oltre quanto proposto dalla Commissione. Un aumento della trasparenza fiscale non avrà effetti sulla competitività delle società europee. Mi impegnerò per rendere il nostro sistema fiscale europeo più equo.

“Accogliamo con favore la proposta della Commissione europea di creare una blacklist europea dei paradisi fiscali, un passo avanti su cui il gruppo S&D si batte da tempo. Questa lista deve essere globale e accompagnata da sanzioni penali, sia per chi fa ricorso ai paradisi fiscali, sia per chi consiglia e incoraggia le compagnie a evadere le tasse. L’Ue deve dimostrare leadership. Queste disuguaglianze fiscali tra le aziende e i cittadini più ricchi da una parte e il resto della società dall’altra sono sempre meno tollerabili per i comuni cittadini. Aiutano ad alimentare i movimenti populisti distruttivi in Europa. È ora di agire”.

Eurodeputati coinvolti
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Austria