Sul Predatorgate in Grecia S&D chiede risposte al governo greco e alla Commissione di difendere lo Stato di diritto

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Oggi, come chiesto dai Socialisti e Democratici il Parlamento terrà un dibattito in plenaria sullo scandalo intercettazioni in Grecia.

Il governo greco ad agosto ammise che i servizi d’intelligence greci stavano spiando alcuni giornalisti e il leader del PASOK, il nostro eurodeputato S&D Nikos Androulakis, tentando di tenere sotto controllo il suo telefono attraverso l’utilizzo di uno spyware illegale chiamato Predator. Nel mentre lo scandalo si sta allargando coinvolgendo nuovi potenziali bersagli, e il governo conservatore del primo ministro Kyriakos Mitsotakis non ha ancora fornito alcun chiarimento. Al contrario, il governo greco ha proseguito con gli attacchi contro i giornalisti e i media che riportavano e commentavano lo scandalo.

S&D teme che l’inchiesta del parlamento greco si risolva in un nulla di fatto in quanto il parlamento greco è dominato dal partito di governo Nuova Democrazia. Giovedì hanno impedito ai testimoni chiave di fornire la propria testimonianza, ragion per cui ora spetta al Parlamento europeo trovare delle risposte.  Su richiesta del Gruppo S&D, la commissione parlamentare d’inchiesta (PEGA) che indaga sull’utilizzo di spyware come Pegasus e affini, invierà una delegazione in missione conoscitiva in Grecia all’inizio di novembre.

Hannes Heide, eurodeputato S&D e portavoce del gruppo in commissione PEGA, ha commentato:

“Il governo greco continua a insabbiare l’argomento giocando la carta della riservatezza e ciò è inaccettabile. Le intercettazioni illegali dei politici e dei giornalisti sono un attacco alla democrazia e allo Stato di diritto. Le autorità greche devono chiarire perché hanno tenuto sotto controllo Androulakis per tre mesi. Se uno dei leader dell’opposizione rappresenta una minaccia alla sicurezza nazionale, i cittadini greci dovrebbero esserne messi a conoscenza.

“Sono molto preoccupato anche per gli attacchi del governo contro i media e i giornalisti con un approccio critico, come testimoniato da alcune delle vittime durante l’audizione tenuta in commissione PEGA. Già in passato i giornalisti erano stati intimiditi per aver trattato il tema dei respingimenti dei migranti, e ‘Reporter senza frontiere’ ha inserito la Grecia tra i Paesi in cui la libertà di stampa è in pericolo.

“È molto deludente che fino ad oggi Ursula von der Leyen non abbia speso una parola sulla questione della sorveglianza e il controllo dei giornalisti greci e dell’opposizione. Io ribadisco che si tratta di una violazione dei valori Ue e dei principi sanciti nei nostri Trattati. Mi aspetto che la Commissione europea stasera ci dica cosa intenda fare per prevenire la sorveglianza dei politici, dei giornalisti e di altri cittadini inconsapevoli, e di come intenda difendere lo Stato di diritto e la libertà dell’informazione in Grecia e in Europa”.

L’eurodeputato S&D Nikos Androulakis, leader del PASOK, ha aggiunto:

“Ho chiarito sin dal principio che l’intercettazione di cui sono caduto vittima non è una questione personale, bensì una questione di democrazia.

“I cittadini greci hanno diritto di sapere la verità. Il primo ministro, in qualità di capo politico dei servizi segreti, può, secondo la legge 3649 del 2008, sciogliere il vincolo di riservatezza e rendere note le motivazioni che hanno portato a mettermi sotto sorveglianza, anziché continuare a dividere e avvelenare l’opinione pubblica con un clima da cospirazione.

“In democrazia nessuna agenzia dello Stato può agire nell’ombra. La segretezza termina dove inizia un’esigenza forte di trasparenza e responsabilità.

“Abbiamo bisogno di una cornice istituzionale che difenda i cittadini europei sia dai propri governi, sia da oligarchi che possano accedere a spyware illegali per rafforzare ulteriormente la propria posizione dominante”.

Eurodeputati coinvolti
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