In vista della Giornata internazionale della donna, i Socialisti e Democratici del Parlamento europeo chiedono l’adozione della Carta europea dei diritti delle donne, il loro progetto di punta per uniformare e proteggere i diritti di tutte le donne nell’Unione europea.

L’iniziativa della Carta dei diritti delle donne, presentata per la prima volta a Cracovia, in Polonia, è un’espressione della forte convinzione dei S&D che i diritti delle donne debbano essere scolpiti nella pietra per essere ancora più protetti contro gli incessanti tentativi dell’estrema destra di indebolirli o toglierli. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una preoccupante regressione in paesi come la Polonia, l’Ungheria e l’Italia, ma anche a livello globale, sotto la spinta di governi di estrema destra e l’esempio più tangibile è stato il divieto di aborto de facto in Polonia. 

I S&D sono incredibilmente orgogliosi dei risultati ottenuti in questa legislatura per quanto riguarda la lotta per la parità di genere. Per citarne solo alcuni: 

  • grazie alle insistenti pressioni e alle campagne del nostro Gruppo, l’UE ha finalmente ratificato la Convenzione di Istanbul, lo strumento internazionale più completo per combattere la violenza contro le donne;
  • abbiamo adottato una direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni, in cui i S&D hanno assunto un ruolo guida fin dall’inizio, per dare alle donne uno strumento per lottare per la parità retributiva;
  • la direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione è stata adottata, dopo un blocco decennale da parte dei conservatori, per migliorare l’equilibrio di genere nel contesto degli amministratori esecutivi delle società in Europa;
  • con un voto storico nel giugno 2021, e nonostante l’enorme mobilitazione dei movimenti anti-choice e anti-gender, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui si afferma che i diritti delle donne nonché la salute sessuale e riproduttiva e gli annessi diritti (SRHR) sono diritti umani chiedendo altresì di depenalizzare l’aborto in tutti gli Stati membri
  • un accordo sulla prima legge dell’UE per combattere la violenza di genere (che sarà votata in plenaria ad aprile), la quale prevede che la violenza informatica di genere, come il cyberstalking e il cyber-flashing sia configurata come reato. 

Tuttavia, è necessario fare di più per raggiungere la piena parità di genere nell’UE. In vista delle elezioni di giugno, i S&D hanno anche adottato un Documento di sintesi sull’uguaglianza di genere e i diritti delle donne - la loro tabella di marcia su come raggiungere una società pienamente equa dal punto di vista del genere nell’Unione europea, in quanto ritengono che le società con pari opportunità siano più felici, più sane, più prospere, più sicure e giuste. 

Heléne Fritzon, eurodeputata e vicepresidente di S&D, ha dichiarato: 

“I S&D sono sempre in prima linea nella battaglia per un’Europa femminista ed equa, dove tutti possano avere le stesse opportunità e gli stessi diritti e le donne possano vivere libere dalla violenza.” L’emancipazione delle donne e la tutela dei loro diritti sono per noi una priorità, perché consideriamo l’uguaglianza di genere la base della democrazia, non una ciliegina sulla torta!” 

“Vogliamo che la prospettiva della parità di genere sia integrata in tutte le fasi e a tutti i livelli delle politiche, dei programmi e dei bilanci dell’UE. Non si tratta di una questione femminile: la parità di genere va a vantaggio di tutti i cittadini e dell’UE nel suo complesso.”

Maria Noichl, eurodeputata e portavoce S&D per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, ha aggiunto:

“Questa è stata una legislatura straordinaria in termini di leggi votate per migliorare l’uguaglianza di genere e per dare potere alle donne. Ma la nostra lotta è tutt’altro che conclusa. La discriminazione, il sessismo e la violenza di genere sono problemi reali che dobbiamo risolvere una volta per tutte.” 

“Quello che è successo negli Stati Uniti o in Polonia riguardo all’aborto non è stato un incidente isolato. Ogni volta che facciamo progressi, c’è un passo indietro, ispirato dai movimenti conservatori di estrema destra, anti-gender e fondamentalisti. Questo ci ricorda che i diritti delle donne non possono mai essere dati per scontati. Pertanto, abbiamo bisogno della Carta europea dei diritti delle donne come chiaro punto di riferimento degli standard comuni che tutti abbiamo giurato di sostenere.”

Robert Biedroń, eurodeputato S&D, presidente della commissione per i diritti delle donne (FEMM), ha aggiunto:

“È spaventoso che nel XXI secolo le donne vengano private dei diritti conquistati con fatica e che l’UE non riesca a proteggerle. In Polonia, almeno sei donne sono morte a causa dei fondamentalisti e delle loro leggi barbare sull’aborto, in particolare il divieto de facto di abortire. Le donne polacche li hanno mandati a casa alle ultime elezioni di ottobre, ma dobbiamo fare in modo che cose del genere non si ripetano più in Polonia, o altrove nel nostro continente.”

“A differenza dei conservatori, noi non accampiamo scuse né fingiamo di non avere strumenti adeguati. Siamo determinati a vincere questa battaglia e a chiedere l’adesione alla Carta europea dei diritti delle donne, il catalogo dei diritti delle donne armonizzati in tutta l’Unione europea, in modo che tutte le donne europee siano adeguatamente protette e possano finalmente godere degli stessi diritti!” 

Nota ai redattori: 

La Carta europea dei diritti delle donne sancirà i principali diritti fondamentali delle donne e delle ragazze nell’UE, tra cui il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita, l’accesso alla contraccezione, il divieto di ogni forma di violenza sessuale e di genere, i diritti socio-economici e l’indipendenza economica.  Una volta adottata a livello europeo, la Carta proteggerà e promuoverà i diritti e le libertà delle donne e garantirà che tali diritti siano attentamente salvaguardati, rispettati e riflessi in tutte le attività legislative e non legislative dell’Unione.

Eurodeputati coinvolti
Capo delegazione
Vicepresidente
Svezia
Coordinatrice
Germania
Capo delegazione
Membro
Polonia
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