La richiesta ribadita da tempo dai S&D di avere regole europee forti e vincolanti sulla trasparenza salariale si sta finalmente realizzando con un accordo raggiunto oggi dai negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio. 

Dopo cinque tornate di concertazioni, le tre parti hanno concordato i punti principali della direttiva sulla trasparenza salariale, un primo passo necessario per porre fine alle differenze retributive tra uomini e donne, ancora troppo elevate. In media, le donne nell’Unione europea guadagnano il 14,1 % in meno degli uomini in posizioni analoghe.

Secondo l'accordo, tutti i lavoratori di tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa, avranno il diritto di ricevere annualmente informazioni sul livello di retribuzione dei lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore all'interno dell'azienda. Ai reclutatori sarà vietato chiedere ai candidati la loro attuale retribuzione. Ciò contribuirà a rompere il modello delle disparità retributive.

I negoziatori S&D Evelyn Regner e Marc Angel hanno ottenuto disposizioni forti sulle sanzioni e sulle multe in caso di non conformità, che saranno fondamentali per garantire che le aziende prendano effettivamente sul serio le nuove norme sulla trasparenza salariale. S&D ha inoltre rafforzato il ruolo delle parti sociali nell'attuazione della direttiva. Infine, per combattere la sistematica tendenza a retribuzioni più basse nei settori a prevalenza femminile, i negoziatori S&D hanno insistito su disposizioni che consentono confronti intersettoriali e la raccolta di più dati.

L'eurodeputata Evelyn Regner, negoziatrice S&D per la trasparenza salariale nella Commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere, ha dichiarato:

"Oggi è un buon giorno, non solo per le donne ma per tutti i lavoratori!  Con la nuova legge, siamo un passo più vicini a colmare finalmente il divario retributivo tra i sessi e a garantire che gli europei ricevano la stessa retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore.

“Il Gruppo dei Socialisti e Democratici può dirsi realmente orgoglioso, perché non solo abbiamo lottato a lungo per questa direttiva, ma siamo anche riusciti a migliorare notevolmente la proposta della Commissione, rafforzando i diritti dei lavoratori.

"Per noi era anche fondamentale che l'onere di colmare il divario retributivo di genere ricadesse sulle aziende e sugli Stati membri, anziché sui lavoratori, per lo più donne, che devono rivolgersi a un tribunale per dimostrare la discriminazione retributiva. Tutti i lavoratori potranno condividere le informazioni sulla propria retribuzione sia internamente che esternamente. Ciò si traduce nell'effettivo divieto delle clausole di segretezza dei salari. Abbiamo anche garantito i diritti dei sindacati alla contrattazione collettiva e al coinvolgimento delle parti sociali.”

L'eurodeputato Marc Angel, negoziatore S&D nella Commissione per l'occupazione e gli affari sociali, ha dichiarato:

"L'accordo raggiunto oggi farà la differenza, perché la trasparenza è fondamentale nella lotta per l'uguaglianza! Attualmente la maggior parte dei paesi dell'UE non dispone di un quadro giuridico sulla trasparenza retributiva.

"Come S&D, volevamo che tutte le aziende - a prescindere dalle loro dimensioni - fossero incluse nell'intero ambito di applicazione della direttiva, il che significa che tutte le aziende devono riferire e adottare misure correttive se esiste un divario retributivo di genere. Ciò non è stato possibile. Tuttavia, abbiamo abbassato significativamente la soglia, passando dall'originaria copertura delle aziende da 250 lavoratori in su a quella di soli 100*.

“Cionondimeno, ci siamo assicurati che altri strumenti della direttiva si applichino a tutte le aziende. Sono anche orgoglioso del linguaggio neutro rispetto al genere che siamo riusciti a includere per la prima volta in una direttiva, in modo che si applichi a tutti i lavoratori in tutta la loro diversità."

Note:

Secondo l'accordo, le aziende con almeno 100 dipendenti (anziché 250 come inizialmente proposto dalla Commissione) dovranno comunicare le informazioni a un organismo di controllo e informare i propri lavoratori. In questo modo è più facile per chi lavora per lo stesso datore di lavoro confrontare gli stipendi e mettere in luce eventuali divari retributivi di genere esistenti nella propria organizzazione. Se la rendicontazione delle retribuzioni mostra un divario retributivo di genere pari o superiore al 5 %, gli Stati membri dovranno garantire che i datori di lavoro, in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori, effettuino una valutazione congiunta delle retribuzioni per rimediare a qualsiasi divario retributivo. In caso contrario, saranno comminate sanzioni, comprese le multe.

Eurodeputati coinvolti
Membro
Lussemburgo
Membro
Austria
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