“Votata in Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo la proposta di risoluzione sul rapporto Bresso-Brok”, ne da notizia l’europarlamentare Pd Mercedes Bresso nel suo blog.
“Dopo due anni di lavoro la nostra relazione per migliorare il funzionamento dell’Unione europea sfruttando le potenzialità del trattato di Lisbona è stata votata. Il trattato di Lisbona è lo strumento adatto per cambiare l’Unione europea superando complessità e tempi richiesti da una modifica dei trattati internazionali. Davanti abbiamo delle sfide importanti che non ci possiamo permettere di perdere come la crisi dei rifugiati, la lotta contro il terrorismo, la globalizzazione economica, il cambiamento climatico, la debolezza dell’unione economica e monetaria nel contesto della crisi internazionale, la mancanza di competitività e le sue conseguenze sociali in molti Stati membri e la necessità di rinforzare il mercato interno.
Per fare questo dobbiamo completare l’Unione Economica e Monetaria e rendere le sue procedure più trasparenti e democratiche tramite una maggiore e più incisiva partecipazione del Parlamento Europeo; prevedere l’Introduzione del Meccanismo europeo di stabilità nel sistema istituzionale dell’Unione. Dobbiamo pensare a una previsione di capacità di bilancio della Zona Euro che la doti della possibilità di intervenire direttamente nell’economia per prevenire e risolvere situazioni di crisi. Infine dobbiamo salvaguardare, rafforzare e completare il mercato unico. E per fare questo è necessario completare l’Unione bancaria e istituire un’Unione dei mercati dei capitali.
L’Unione europea deve però essere anche un progetto sociale, non solo economico. Per preservare e rafforzare la dimensione sociale del progetto europeo è necessario garantire i diritti dei lavoratori, da quello alla mobilità, passando per quelli sociali, fino all’idea di un salario minimo deciso dai singoli Stati membri.
Non possiamo però dimenticare di dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini europei. È impellente il bisogno di sviluppare una politica estera, di sicurezza e di difesa comune. L’Unione europea deve parlare con una sola voce e agire con un solo braccio per ridurre inefficienze e aumentare l’efficacia della nostra azione. Non possiamo pensare di affrontare le sfide presenti e future come singoli Stati. La crisi migratoria, la minaccia terroristica sono tutti fenomeni che possono essere affrontati solo a livello europeo.
Assetto istituzionale e il ruolo dei Parlamenti nazionali hanno un ruolo centrale all’interno della relazione. Sfruttare gli strumenti che già abbiamo a disposizione è un modo per risolvere i problemi, migliorando il progetto europeo e contrastando i populismi”.