La commissione Commercio internazionale del Parlamento europeo ha adottato oggi l’accordo raggiunto tra gli eurodeputati e i ministri dell'Ue nel dicembre dello scorso anno sulla lotta contro le importazioni sleali e a basso costo. In base a questo accordo informale, al fine di proteggere meglio i posti di lavoro e le industrie europee, possono essere imposte tariffe più elevate contro le importazioni oggetto di dumping o sovvenzionate dai paesi terzi.

Gli eurodeputati hanno inoltre garantito che le indagini sui casi antidumping siano più brevi e più trasparenti. Un help desk per le Pmi si occuperà dei reclami e di eventuali indagini. I sindacati saranno coinvolti in queste indagini e anche nella valutazione dei dazi. I Socialisti e Democratici hanno ottenuto, in particolare, che i costi legati al rispetto da parte delle imprese delle norme ambientali e dei diritti dei lavoratori dell'Ue vengano presi in considerazione nel calcolo dei dazi antidumping. Così come saranno incluse nel regolamento le piattaforme continentali e le zone economiche esclusive al fine di chiudere le scappatoie esistenti.


David Martin, eurodeputato S&D e negoziatore sulla protezione antidumping, dichiara:

“L'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e gli Stati membri sulla protezione contro il dumping nelle importazioni non è perfetto, ma le nuove regole saranno migliori di quelle che abbiamo adesso e sono le migliori che potremmo ottenere da questo Consiglio. I nuovi strumenti di difesa commerciale vanno salutati come un successo, anche se con cautela.

“Per la prima volta, saranno prese in considerazione le norme sociali e ambientali per determinare se il dumping abbia avuto luogo. Si tratta di un grande passo in avanti verso una politica commerciale più progressista. Al rovescio della medaglia, il pacchetto globale non fornisce all'Ue tutti gli strumenti necessari per contrastare con forza il dumping dalla Cina e da altri paesi. L'Ue deve mostrare più ambizione se vogliamo proteggere efficacemente l'occupazione e le industrie europee. Ciononostante, con le nuove regole, l'Ue sarà molto più preparata a combattere le pratiche commerciali sleali rispetto a quanto lo sarà il Regno Unito post-Brexit”.


Alessia Mosca, eurodeputata e portavoce S&D sul commercio, aggiunge:

“Dopo quasi cinque anni di negoziati, il Parlamento europeo è finalmente riuscito a superare le resistenze del Consiglio contro la modernizzazione delle difese dell'Ue dalle importazioni oggetto di dumping e sovvenzionate. Era in gioco la credibilità dell'Ue. I lavoratori e le imprese europei, minacciati dalla delocalizzazione e dalla concorrenza sleale, attendevano da tempo questa riforma che rafforzerà i nostri strumenti di difesa commerciale contro le pratiche sleali.

“Dopo l'adozione della nuova metodologia per il calcolo del dumping, la riforma degli strumenti di difesa commerciale dell'Ue è un altro grande passo avanti verso un sistema commerciale più sostenibile. Noi socialisti e democratici abbiamo guidato il tentativo di includere criteri lavorativi e ambientali nelle nuove regole e abbiamo ottenuto una vittoria storica. Per la prima volta, nel calcolo dei dazi antidumping saranno presi in considerazione i costi sostenuti dalle imprese per conformarsi alle elevate norme ambientali e di lavoro dell'Ue. Il supporto del nostro gruppo per il libero scambio è condizionato dai nostri valori

“Essendo il primo attore internazionale ad adottare tali regole progressiste, l'Unione europea invia ancora una volta un forte messaggio alla comunità internazionale: la nostra politica commerciale è ancorata al rispetto dello sviluppo sostenibile”.


Nota per la stampa:

La modifica del regolamento Ue sulle importazioni oggetto di dumping e sovvenzionate fa parte di un più ampio aggiornamento della legge di difesa commerciale dell'Ue del 1995.

La Commissione aveva presentato la sua proposta già nel 2013 e il Parlamento europeo aveva adottato il mandato negoziale nel febbraio 2014, ma il Consiglio ha bloccato i negoziati per anni.

Dopo l'approvazione dell'accordo informale in commissione Commercio internazionale, il Parlamento riunito in seduta plenaria e gli Stati membri devono ancora adottare il regolamento prima che possa entrare in vigore.