Nella riunione di oggi, la commissione speciale TAXE del Parlamento europeo ha discusso, tra le altre cose, dei risultati delle visite in loco delle sue delegazioni in Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Irlanda, Paesi Bassi e Regno Unito.

Il portavoce S&D per la commissione TAXE, Peter Simon, ha dichiarato:
“Sebbene in molti abbiano dimostrato apertura al cambiamento per quanto riguarda le regole sulla tassazione delle società, è sconvolgente il fatto che la maggior parte delle persone in carica nei paesi esaminati non abbiano alcuna consapevolezza dell’illecito. La tesi da questi sostenuta è che i modelli di elusione fiscale creati su misura per le aziende ‘non sono illegali’. Ad ogni modo questo non cambia il fatto che, attraverso questi modelli, si siano create consapevolmente delle scappatoie che danneggiano gli altri Stati membri.
"Non è convincente nemmeno la tesi più volte sostenuta, secondo la quale i paesi più piccoli e con meno risorse naturali potrebbero ottenere entrate solamente attraverso leggi fiscali in grado di attrarre le aziende. Nel mercato unico dev’esserci sempre concorrenza leale tra gli Stati membri, e questi dovrebbero evitare ogni misura che possa compromettere il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione. Nel caso in questione questo significa evitare il dumping fiscale illegittimo.

“È indispensabile una base fiscale comune per porre fine alle scappatoie dei sistemi fiscali nazionali, che sono state in parte create in maniera consapevole. Solo questo può garantire che le aziende non detraggano qualsiasi voce dal reddito imponibile. Il passo successivo dev’essere quello di stabilire tassi fiscali minimi adeguati. Il nostro obiettivo più ambizioso rimane quello di far sì che il dumping fiscale organizzato dagli Stati non sia semplicemente illegittimo, ma diventi illegale.

Elisa Ferreira, portavoce S&D per gli affari economici e monetari e negoziatrice del Parlamento europeo sulla relazione TAXE, ha aggiunto:

“Anche se non abbiamo visitato tutti gli Stati membri dell’Ue, ma solo i sei più simbolici, le missioni si sono rivelate molto utili per permetterci di comprendere che, sino ad oggi, la legislazione in materia fiscale è stata una battaglia aperta, nella quale si è utilizzato ogni mezzo possibile per attrarre investimenti ed entrate dagli altri paesi.

“La logica del 'free rider' si è evoluta a danno delle entrate fiscali dei paesi in via disviluppo e di molti paesi dell’Ue. Il cambiamento di questo sistema dipende principalmente dal supporto che si darà a una nuova agenda e a una nuova cultura di giustizia fiscale e lealtà da parte dei cittadini e dei contribuenti che attualmente si trovano, in molti paesi, schiacciati dal peso della pressione fiscale.

“Come abbiamo avuto modo di vedere nei paesi visitati, a impegnarsi in questa battaglia contro l’elusione fiscale sono principalmente la sinistra e le ong. Lo scandalo LuxLeaks ha dato nuova visibilità al problema, a tal punto che ora tutti quanti possono vedere che il re è nudo.

“Se non cogliamo l’occasione creata da LuxLeaks per diffondere una volta per tutte una nuova cultura, otterremo solo misure superficiali e cambiamenti cosmetici, invece di quelli strutturali di cui abbiamo bisogno”.