Oggi, i Socialisti e Democratici, con il sostegno di una maggioranza trasversale, hanno chiesto alla Commissione di adottare norme vincolanti sulla responsabilità sociale d’impresa nella filiera mondiale del settore dell’abbigliamento e delle calzature. La proposta legislativa mira a migliorare la situazione dei diritti umani e dei lavoratori nella filiera in linea con i “Sustainable Development Goals” (SDG) e a combattere la corruzione.


Il negoziatore del gruppo S&D Arne Lietz dichiara
:

“Le politiche su commercio e sviluppo devono essere trattate con coerenza. In questo report abbiamo tenuto fede agli impegni dei SDG e abbiamo inserito tutte le decisioni politiche che abbiamo preso sulla filiera di fornitori.

“Ho chiesto che si arrivasse a questo report perché la Commissione ha perso troppo tempo per avviare una iniziativa targata Ue nel settore dell’abbigliamento. Adesso, il Parlamento è riuscito ad andare oltre e a chiedere una legislazione vincolante sulla due diligence che riguardi tutta la filiera del settore dell’abbigliamento.

“Alle istituzioni e agli Stati membru Ue, chiediamo anche di essere un modello positivo e rispettare i criteri di sostenibilità nei loro acquisti pubblici, inclusi il merchandising delle istituzioni e dei gruppi politici nel caso del Parlamento europeo, promuovendo il riciclo e un filiera dell’abbigliamento equa e sostenibile”.

 

L’eurodeputata S&D Linda McAvan, presidente della commissione Sviluppo, afferma:

“Quattro anni fa, quando il Rana Plaza crollo’ provocando migliaia di morti e feriti tra i lavoratori, la maggioranza di questi donne, si accesero i riflettori sulle terribili condizioni di lavoro nella filiera globale dell’abbigliamento. Da allora, gli eurodeputati S&D hanno condotto una campagna per una nuova iniziativa Ue che garantisse giuste condizioni di lavoro a tutti i livelli della catena del settore tessile.

“Questo report è un passo nella giusta direzione che stabilisce una strategia coerente europea, collegando commercio e sviluppo e allineandoli ai SDG. Occorre pero’ fare di più perché si migliori la situazione in questo settore industriale. Si tratta di una richiesta semplice: i lavoratori che hanno realizzato i vestiti che compriamo e indossiamo ogni giorno devono essere trattati con dignità e rispetto”.


Il portavoce del gruppo S&D sullo sviluppo, Nobert Neuser aggiunge:

“Il governo e l’industria dell’abbigliamento hanno lavorato duro sul miglioramento delle condizioni di lavoro. Si tratta di un buon inizio ma bisogna fare di più. Per esempio, andrebbero introdotti controlli a sorpresa e misure per combattere la corruzione. Inoltre, va data agibilità ai sindacati per aiutare a promuovere con efficacia migliori condizioni di lavoro”.


L’eurodeputata S&D Agnes Jongerius, membro della commissione Commercio internazionale (INTA) dice:

“Siamo in un momento in cui i paesi che esportano abbigliamento confezionato o compiono reali progressi sulle leggi a tutela del lavoro, oppure rischiano di perdere l’accesso a un mercato vitale. L’Ue deve usare tutta la sua influenza attraverso l’Autorità bancaria europea e le clausole del Sistema di preferenze generalizzate per fare pressioni su questi paese. La Commissione ha fatto un importante passo avanti avvertendo con una lettera ufficiale il governo del Bangladesh, ma le pressioni vanno proseguite”.

 

Eurodeputati coinvolti
Capo delegazione
Coordinatrice
Paesi Bassi